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Tagli Sanità, Veneto e Lombardia sul piede di guerra: "Pronti a sciopero fiscale"

Tagli Sanità, Veneto e Lombardia sul piede di guerra: "Pronti a sciopero fiscale"

Zaia e Maroni minacciano, Stato non tagli fondi Regioni

ROMA, 15 settembre 2014, 09:19

Redazione ANSA

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Zaia e Maroni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Zaia e Maroni - RIPRODUZIONE RISERVATA
Zaia e Maroni - RIPRODUZIONE RISERVATA

Veneto e Lombardia, le due importanti regioni del Nord a guida leghista, sono pronte allo sciopero fiscale contro i tagli alla sanità: lo hanno annunciato i governatori Luca Zaia e Roberto Maroni, a completare una settimana di feroci polemiche e rassicurazioni del Governo.

Il primo a intervenire, dalle colonne del Quotidiano Nazionale, è stato il presidente del Veneto, che già aveva minacciato: "siamo pronti a non pagare le tasse". "Se il governo pensa di tagliare anche un solo euro di spesa sanitaria al Veneto - conferma Zaia - noi facciamo lo sciopero fiscale". "Ma a Renzi voglio dire una cosa: se ha le palle approfitti della situazione, obblighi tutti ad applicare i costi standard. La siringa, lo stent, il pasto in ospedale devono costare ovunque la stessa cifra" dice ancora il governatore, secondo il quale "il governo è ostaggio degli spreconi, della mala gestione" e "Renzi non applicherà mai i costi standard perchè provocherebbe la ribellione del Sud. Non dei cittadini, ma della classe dirigente". Il riferimento è alle "quattro regioni meridionali che hanno un buco sanitario di 5 miliardi, sono quelle che spendono di più e curano peggio, tanto che i loro pazienti scappano".

Arriva l'appoggio del governatore lombardo, che su Twitter afferma che anche la sua Regione, come il Veneto, è pronta ad attuare uno sciopero fiscale se lo Stato taglierà i fondi alla sanità: "Bene Zaia, anche la Lombardia è pronta" twitta. Già ieri Maroni aveva avvertito: "il Governo vuole fare tagli sulla sanità, è una follia: deve intervenire piuttosto sui costi standard". Ieri il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, dalla festa del Pd di Padova aveva gettato acqua sul fuoco: "Ci sono dei tagli che interesseranno il ministero della Sanità e sarà il ministro a dirlo" ma "saranno concordati con le Regioni, quindi quelle Regioni che sono virtuose e spendono bene non devono preoccuparsi, quelle che non spendono in maniera efficiente dovranno fare di più".

E lo stesso premier Matteo Renzi, due giorni fa, aveva spiegato che "revisione della spesa non significa tagliare la sanità", aggiungendo però che "le Regioni prima di fare proclami inizino a spendere bene i soldi che hanno". Rassicurazioni rinforzate anche dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che alla domanda sull'eventualità di un taglio di 3 miliardi al Fondo sanitario aveva risposto "al momento no". Dichiarazioni che avevano tranquillizzato il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, che aveva assicurato "massima collaborazione con il Governo, la stessa che ci ha portato a sottoscrivere il patto per la salute che peraltro è anche un documento di spending review e razionalizzazione della spesa. Del resto, come certificato dalla Corte dei conti, proprio il patto per la salute ha consentito in questi anni di tenere sotto controllo la spesa sanitaria".

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