"L'avvio di forme di parziale integrazione economica", nell'impossibilità di concretizzare da subito il sogno federalista del manifesto di Ventotene è stata la "strada empirica concreta" trovata e percorsa dall'Europa per fare passi avanti verso l'Unione. La pensa così lo storico Luigi Lotti che - in un'intervista alla web Tv della Treccani, realizzata in collaborazione con l'ANSA - ripercorre le tappe che hanno portato alla costituzione dell'Europa di oggi.
Il vizio di origine è che "la spinta all'europeismo" è "nata dal disastro (della guerra mondiale, ndr) "anziché dall'affermazione di principi comuni", spiega Lotti nell'intervista, una delle oltre trenta della serie "La Sfida Europea", oggi online sul sito dell'Enciclopedia Italiana e dell'ANSA.
Lo storico ricorda le posizioni dei partiti nell'Italia del secondo dopoguerra, arrivata in Europa un po' per scelta e un po' per necessità: dalla spinta di Alcide De Gasperi e della Democrazia cristiana, fiancheggiata tra gli altri dal Partito Repubblicano "non foss'altro per l'ispirazione mazziniana e risorgimentale" fino all' "opposizzione forte e irriducibile del Partito Comunista".