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>ANSA-FOCUS/ Grande Guerra in mostra,trincea per non dimenticare

Foto, film, documenti, al Vittoriano viaggio virtuale e popolare

(di Silvia Lambertucci) (ANSA) - ROMA, 30 MAG - Calati nel buio della trincea, fianco a fianco con i soldati che cento anni fa difendevano la nazione tra sacchi di sabbia e baionette nel freddo delle montagne o sull'altopiano. O richiamati dalla viva voce dei protagonisti, da Cadorna a Diaz a Re Vittorio Emanuele. Mentre le note di Aida e Traviata ricordano la musica che rinfrancava i momenti di sosta dei soldati al fronte e , in un'altra sezione, le foto coperte da una croce o le pagine dei giornali 'tagliate' ricordano quanto fu feroce quella guerra ma anche quanto chirurgica fosse la censura.
    L'Italia della Grande Guerra rivive in tutta la sua complessità, con largo spazio al multimediale e al racconto popolare, ma anche tanti documenti rari e alcuni inediti, da domani al 30 luglio al Vittoriano nella mostra allestita a Roma per dare l'avvio alle celebrazioni italiane del centenario (La prima guerra Mondiale 1914-1918 Materiali e fonti). Un lungo percorso, curato dall'Istituto per la Storia del Risorgimento insieme con l'Istituto per il Catalogo Unico, la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, la Biblioteca Nazionale di Firenze, l'Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi e Cinecittà Luce, che si presta a diversi approcci e chiavi di lettura, con le fonti illustri e le lettere dal fronte che raccontano la guerra com'era e com'era vissuta, ma anche un'intera raccolta in digitale dei giornali dell'epoca, documenti dell'Archivio del Ministero degli Esteri che tracciano le tappe storico diplomatiche della guerra (dal Trattato della Triplice Alleanza ai Trattati di Pace del 1919), i telegrammi con i bollettini di guerra che ogni giorno venivano inviati ai sindaci, gli atti del tribunale militare, persino il celebre messaggio ai capi delle nazioni belligeranti (nell'originale scritto in francese) con il quale - era l'agosto del 1917 - papa Benedetto XV implorava una pace che mettesse fine alla ''lutte terrible, qui apparait de plus en plus un massacre inutile''. Ci sono le pagine dei poeti e degli scrittori, con la prima edizione di Allegria di Naufragi di Giuseppe Ungaretti o Otto anime in una bomba di Filippo Tommaso Marinetti, e le opere degli artisti, in prima fila Giacomo Balla. Un grammofono, tra i primi costruiti, ricorda che proprio in questo conflitto, per la prima volta, i soldati - nelle retrovie - ascoltavano musica, soprattutto opere e canzoni popolari. Un muro estrapola dalle lettere e dagli scritti una serie di frasi inneggianti alla patria e al dovere che fanno sentire quanto vicina fosse l'epoca del fascismo e della dittatura. In un altro si susseguono le foto, digitalizzate, dei tanti caduti. Un percorso fotografico, opera di Luca Campigotto, racconta con immagini vivissime, gli itinerari ancora oggi percorribili della grande guerra, mentre una sala è dedicata a Terramatta, il film di Costanza Quatriglio con la storia del Novecento raccontato da un 'ultimo', il contadino siciliano Vincenzo Rabito, che da semianalfabeta qual'era seppe raccontare in uno splendido diario (premiato nel 2000 a Pieve Santo Stefano) la sua avventura al fronte. Accanto allo schermo, unico cimelio, un elmetto. Quello di un'anonima recluta, un altro ultimo tra gli ultimi trascinato come tanti altri milioni in quella guerra che con la sua carneficina ha aperto le porte del mondo moderno.(ANSA).
   

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