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Papa: si china a lavare i piedi a 12 disabili

Papa: si china a lavare i piedi a 12 disabili

Messa del Giovedì Santo al Centro Don Gnocchi di Via Casal del Marmo

ROMA, 17 aprile 2014, 21:24

Nina Fabrizio e Fausto Gasparroni

ANSACheck

Papa Francesco © ANSA/EPA

Papa Francesco © ANSA/EPA
Papa Francesco © ANSA/EPA

Come un umile "servitore" si è inginocchiato davanti a dodici disabili, lavando, asciugando e baciando i loro piedi. A ciascuno di loro, prima di rialzarsi, ha riservato il suo sorriso, come una "carezza" da parte del Papa per i più fragili e svantaggiati. E' stata ancora un'immersione nelle "periferie esistenziali" la messa In coena Domini di papa Francesco, che nel pomeriggio del Giovedì Santo apre il triduo pasquale.

Dopo essere stato l'anno scorso nel carcere minorile di Casal del Marmo, oggi il Pontefice si è recato nella stessa zona di Roma, nel centro "Santa Maria della Provvidenza" della Fondazione Don Gnocchi, struttura di eccellenza della riabilitazione per tanti disabili e anziani affetti da gravi patologie invalidanti. Ancora tra gli ultimi, quindi, tra i più deboli, per un gesto altamente simbolico dell'amore cristiano come quello della lavanda dei piedi.

Il Papa è arrivato sulla Ford Focus poco dopo le 17.15, in leggero anticipo rispetto ai tempi previsti, accolto fuori e dentro la struttura da un migliaio di persone. Sia nel piazzale antistante sia dentro la chiesa si è trattenuto lungamente a salutare e benedire i disabili, molti dei quali in carrozzina nelle prime file della navata, a scambiare brevi parole e incoraggiare familiari, operatori, medici e volontari, accompagnato tra gli altri dal cardinale vicario Agostino Vallini, dal sostituto della Segreteria di Stato mons. Angelo Becciu e dal presidente della Fondazione Don Gnocchi mons. Angelo Bazzari, che hanno concelebrato con lui la messa. Nella chiesa molti pazienti anche delle altre strutture dell'Opera Don Gnocchi, in rappresentanza dei 29 centri sparsi in Italia.

"Santità, è venuto intorno a noi", gli ha gridato un anziano ospite, ricevendo il sorriso e il saluto del Papa. "L'eredità che Gesù ci lascia è quella di essere servitori gli uni degli altri", ha detto poi Bergoglio nelle breve omelia pronunciata "a braccio". Quello dell'ultima cena, in cui ha istituito l'eucaristia, ha spiegato, "è un gesto di congedo: è come l'eredità che ci lascia. Lui è Dio e si è fatto servo. Si è fatto servitore nostro e questa è la sua eredità". "Anche voi - ha esortato - dovete essere servitori gli uni degli altri". E anche quello del lavare i piedi "è un gesto simbolico: lo facevano gli schiavi, i servi ai commensali che venivano a pranzo o a cena". E Gesù, ha proseguito, "fa un gesto, un lavoro, un servizio di schiavo, di servo. E questo lo lascia come eredità a noi. Noi dobbiamo essere servitori gli uni degli altri".

"Adesso - ha concluso il Papa - io farò questo gesto: ma tutti noi, nel cuore nostro, pensiamo agli altri, pensiamo all'amore che Gesù ci dice che dobbiamo avere per gli altri. E pensiamo anche come possiamo servire meglio le altre persone". Quindi, facendosi lui stesso "servitore", con la semplice veste bianca e la stola di traverso come la indossano i diaconi, si è inginocchiato a lavare e baciare i piedi ai dodici disabili. Ospiti di diversi centri della Don Gnocchi, affetti da gravi patologie invalidanti di carattere ortopedico, neurologico e oncologico (dalla tetraplegia, alla poliomelite, alla neoplasia cerebrale, fino alla sindrome Down), sia temporanee che croniche, si è trattato di pazienti di età tra i 16 e gli 86 anni, tra cui tre stranieri, compreso un libico 75/enne, Hamed, di religione musulmana. Quattro le donne.

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