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Australia, ok a Trattato Trans-Pacifico

Australia, ok a Trattato Trans-Pacifico

Prevede anche l'eliminazione del 98% dei dazi per 11 Paesi

SYDNEY, 01 novembre 2018, 06:24

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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L'Australia ha ratificato ufficialmente l'accordo di partenariato Trans-Pacifico (TPP), diventando il sesto paese dopo Canada, Giappone, Messico, Nuova Zelanda e Singapore. Si attende ora la ratifica degli altri firmatari: Brunei, Cile, Malaysia e Vietnam. L'accordo, che dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell'anno, prevede fra l'altro l'eliminazione del 98% dei dazi per gli 11 Paesi, che hanno un Pil combinato pari a 8,6 miliardi di euro, e interessa un mercato di quasi 500 milioni di consumatori.
    Il parlamento di Canberra aveva dato il via libera il mese scorso, dopo che l'accordo era stato firmato in marzo.
    L'Australia avrà ora accesso a tagli accelerati nelle tariffe giapponesi sulla carne bovina, a maggiori volumi di quote per grano e orzo e prodotti caseari, oltre a chiari regimi di investimento nei suoi settori minerario e delle risorse. "L'Australia è una nazione aperta al commercio. Questo è un passo importante per le aziende di tutto il paese", ha detto il ministro del Commercio Simon Birmingham, stimando che i benefici netti all'economia nazionale raggiungeranno i 15,6 miliardi di dollari australiani (9, 67 miliardi di euro) entro il 2030. "Gli esportatori di prodotti industriali come ferro e acciaio, pellami, prodotti in carta e di apparecchiature mediche, potranno espandere il loro giro di affari senza affrontare svantaggi tariffari", ha aggiunto.
    Il TPP originale era stato firmato dagli Usa nel febbraio 2016, ma è stato abbandonato dal presidente Donald Trump nella sua prima settimana in carica, a favore di accordi bilaterali che promuovono la sua politica protezionistica, nonostante avvertimenti che gli Usa rischiano così di abdicare alla leadership commerciale nell'Asia-Pacifico a favore della Cina.
    La perdita degli Usa è stata un duro colpo, tuttavia altri Paesi si dicono interessati a unirsi all'accordo commerciale, che è visto come primo passo verso una zona di libero scambio pan-pacifica.
   

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