L'Australia ha ratificato
ufficialmente l'accordo di partenariato Trans-Pacifico (TPP),
diventando il sesto paese dopo Canada, Giappone, Messico, Nuova
Zelanda e Singapore. Si attende ora la ratifica degli altri
firmatari: Brunei, Cile, Malaysia e Vietnam. L'accordo, che
dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell'anno, prevede fra
l'altro l'eliminazione del 98% dei dazi per gli 11 Paesi, che
hanno un Pil combinato pari a 8,6 miliardi di euro, e interessa
un mercato di quasi 500 milioni di consumatori.
Il parlamento di Canberra aveva dato il via libera il mese
scorso, dopo che l'accordo era stato firmato in marzo.
L'Australia avrà ora accesso a tagli accelerati nelle tariffe
giapponesi sulla carne bovina, a maggiori volumi di quote per
grano e orzo e prodotti caseari, oltre a chiari regimi di
investimento nei suoi settori minerario e delle risorse.
"L'Australia è una nazione aperta al commercio. Questo è un
passo importante per le aziende di tutto il paese", ha detto il
ministro del Commercio Simon Birmingham, stimando che i benefici
netti all'economia nazionale raggiungeranno i 15,6 miliardi di
dollari australiani (9, 67 miliardi di euro) entro il 2030. "Gli
esportatori di prodotti industriali come ferro e acciaio,
pellami, prodotti in carta e di apparecchiature mediche,
potranno espandere il loro giro di affari senza affrontare
svantaggi tariffari", ha aggiunto.
Il TPP originale era stato firmato dagli Usa nel febbraio
2016, ma è stato abbandonato dal presidente Donald Trump nella
sua prima settimana in carica, a favore di accordi bilaterali
che promuovono la sua politica protezionistica, nonostante
avvertimenti che gli Usa rischiano così di abdicare alla
leadership commerciale nell'Asia-Pacifico a favore della Cina.
La perdita degli Usa è stata un duro colpo, tuttavia altri Paesi
si dicono interessati a unirsi all'accordo commerciale, che è
visto come primo passo verso una zona di libero scambio
pan-pacifica.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA