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Coronavirus, la Cina tagliò l'export di forniture mediche

Prima di comunicare all'Oms la pericolosità del coronavirus. Lo sostiene un rapporto del governo americano

La Cina ha tagliato le sue esportazioni di forniture mediche "prima di notificare all'Oms che il Covid-19 era contagioso". Lo sostiene un rapporto del governo Usa su Pechino e il coronavirus di cui la Cnn ha rivelato qualche stralcio e che ieri notte il presidente Trump ha dichiarato che sarà diffuso a breve. Secondo una fonte dell'amministrazione vicino al dossier, la Cina "ha pubblicamente sempre negato di aver imposto un bando sull'esportazione di mascherine e altre forniture mediche".

In sostanza, la Cina ha tenuto nascosta la gravità del coronavirus e quanto fosse contagioso per accumulare le scorte di forniture e apparecchiature mediche necessarie. E' la convinzione della autorità americane secondo un documento del Dipartimento della Sicurezza Nazionale datato 1 maggio e riportato dall'Associated Press sul proprio sito.
I leader cinesi hanno "deliberatamente nascosto la gravità" del coronavirus al resto del mondo agli inizi di gennaio, si legge. Mentre minimizzava il virus, la Cina aumentava le importazioni e riduceva le esportazioni di forniture mediche.
Nel documento la Cina è accusata anche di non aver informato l'Organizzazione Mondiale della Sanità sul fatto che il virus fosse "contagioso" per gran parte del mese di gennaio.

Intanto il Paese asiatico rispedisce al mittente le tesi definite "pazze" del segretario di Stato americano Mike Pompeo in merito all'origine in un laboratorio cinese del coronavirus, ribadite domenica in un'intervista alla Abc. Lo riportano i media ufficiali cinesi. Con la Cina ferma per la festività del Primo Maggio, è toccato alla tv statale Cctv attaccare nell' edizione serale delle news, le più seguite, le "osservazioni pazze ed evasive" del segretario di Stato americano sulle origini della pandemia del Covid-19, cadute come benzina sul fuoco nelle già complesse e difficili relazioni sino-americane. Pompeo ha detto alla Abc che "prove enormi" hanno dimostrato che il virus ha avuto origine in un laboratorio in Cina, rafforzando le sue precedenti affermazioni che, tuttavia, sono state negate più volte dall'Oms e da vari esperti scientifici. In un editoriale, il Global Times, tabloid del Quotidiano del Popolo ('voce' del Partito comunista) ha incalzato oggi Pompeo invitato a "presentare queste cosiddette prove al mondo, e in particolare al pubblico americano che cerca di ingannare di continuo. La verità è che Pompeo non ha alcuna prova, e nella intervista, stava bluffando". L'amministrazione Trump "continua a impegnarsi in una guerra di propaganda senza precedenti mentre cerca di impedire gli sforzi globali nella lotta" alla pandemia.

Anche il governo britannico ritiene che occorrano risposte "sull'origine e la diffusione" iniziale del coronavirus. Lo ha detto oggi un portavoce del premier Boris Johnson, incalzato nel briefing di giornata dai reporter a commentare gli ultimi sospetti lanciati dal segretario di Stato americano, Mike Pompeo, sulla Cina e sul laboratorio di Wuhan: sospetti frutto, secondo alcuni media, di indagini d'intelligence condotte sia dalla Cia sia dall'Mi6 britannica.

Il portavoce ha glissato su qualsiasi commento o accusa diretta a Pechino, dopo che già nei giorni scorsi il ministro degli Esteri, Dominic Raab, s'era limitato a evocare la necessità di porre domande specifiche alla Cina a conclusione dell'emergenza sanitaria in atto. "Io - ha premesso oggi la fonte di Downing Street - non intendo commentare questioni che riguardino l'intelligence. Ma chiaramente vi sono delle domande a cui bisognerà rispondere sull'origine e la diffusione del virus, non ultimo per assicurarci di essere preparati meglio di fronte ad altre future pandemie globali".

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