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Bufera su Trump e i tweet razzisti. Stretta sull'asilo

Anche May lo condanna ma lui rincara la dose sulle deputate dem

Finito nella bufera per i tweet "razzisti" contro la squadra di deputate dem progressiste e di colore guidata da Alexandra Ocasio-Cortez, Donald Trump rincara la dose. E introduce una nuova stretta sull'asilo contro i migranti centroamericani, mentre i suoi strombazzati raid in una decina di grandi città americane contro gli illegali hanno generato per ora solo paura ma nessun arresto, anche se a suo avviso sono stati "un successo".

Dopo aver sollecitato - senza mai nominarle - le parlamentari di sinistra a tornare "nei posti corrotti e infestati dal crimine da cui sono venute", ignorando che tre di loro sono nate negli Usa, il presidente chiede via Twitter che si scusino con il Paese, con Israele e anche con lui per il loro "linguaggio ripugnante" e "l'odio razzista vomitato dalle bocche e dalle azioni di quelle deputate molto impopolari e non rappresentative". Poi, dal pulpito della Casa Bianca, raddoppia: "Se non sono contente di stare qui, possono andarsene. Queste sono persone che odiano l'America e amano i nostri nemici", insiste il tycoon, assicurando di non essere "preoccupato se ci sono persone che pensano che i miei tweet siano razzisti".

E se i democratici vogliono unirsi intorno a loro, "sarà interessante vedere come andrà a finire", cinguetta dopo che il partito d'opposizione si schiera compatto a difesa di Ocasio-Cortez e delle altre tre colleghe finite nel mirino: dai candidati presidenziali alla speaker della Camera Nancy Pelosi, che annuncia una risoluzione di condanna contro gli "attacchi disgustosi" di Trump.

Attacchi "totalmente inaccettabili" anche per la premier britannica Theresa May, che non esita a commentare una polemica politica interna del principale Paese alleato vendicandosi delle tante bordate ricevute dal tycoon per la sua gestione della Brexit. Assordante invece il silenzio dei repubblicani su un attacco senza precedenti da parte di un presidente americano contro parlamentari espressioni di minoranze non solo politiche ma anche etniche, al solo scopo di scaldare la sua base elettorale bianca e di dividere ulteriormente i democratici, scavando nella frattura tra il fronte moderato guidato dalla Pelosi e la fronda progressista capitanata dalla Ocasio-Cortez. Un silenzio timidamente rotto solo dal senatore Lindsey Graham, uno dei più stretti alleati di Trump, che lo invita a "mirare più in alto", con critiche politiche e non personali a "cittadine americane regolarmente elette". Senza rinunciare però lui stesso a definirle "un mucchio di comuniste che odiano Israele e il nostro Paese". E questo solo per aver esercitato legittimamente il loro diritto di critica e di opposizione, dall'immigrazione alle lobby filo israeliane accusate di pagare i parlamentari per influenzarne la linea.

L'amministrazione Trump intanto annuncia un nuovo giro di vite che di fatto colpirà decine di migliaia di centroamericani e che pare destinato come sempre a battaglie legali: i migranti non potranno chiedere asilo se sono arrivati in Usa attraversando prima un altro Paese senza aver avanzato lì la loro richiesta. La mossa arriva dopo che il presidente guatemalteco Jimmy Morales ha annullato una visita alla Casa Bianca prevista per oggi nella quale avrebbe dovuto discutere un accordo che definisce il Guatemala "paese terzo sicuro", col rischio per i migranti di Honduras e El Salvador di dover chiedere asilo in questo Paese che sicuro non è. Ma la corte costituzionale guatemalteca ha bloccato l'accordo, sostenendo che deve essere prima approvato dal Parlamento.

 

 

 

"E' cosi' triste vedere i democratici schierarsi con persone che parlano male del nostro paese e che odiano Israele". Lo twitta il presidente americano Donald Trump tornano ad attaccare, senza nominarle, le deputate democratiche progressiste appartenenti a minoranze razziali guidate da Alexandra Ocasio-Cortez. "Chiamano i loro avversari, inclusa Nancy Pelosi, RAZZISTI. Il loro disgustoso linguaggio e le cose terribili che dicono degli Stati Uniti non possono essere fatte passare. Se il partito democratico vuole continuare a perdonare questo comportamento allora non vediamo ancora di piu' l'ora" del voto del 2020.

"Non sono preoccupato se ci sono persone che pensano che i miei tweet sono razzisti": Trump, parlando alla Casa Bianca, ha difeso i suoi attacchi contro il gruppo delle deputate progressiste di colore guidate da Alexandria Ocasio-Cortez.

"Se non sono contente di stare qui, possono andarsene": Donald Trump ha rincarato gli attacchi contro le deputate progressiste. "Queste sono persone, a mio avviso, che odiano l'America", ha aggiunto.

"Siamo più di quattro, la nostra squadra è grande e include ogni persona che vuole costruire una società più equa e un mondo più giusto. Non staremo zitte": Ayanna Presskey è stata la prima delle quattro deputate dem progressiste e di colore a rispondere in una conferenza stampa ai tweet razzisti di Donald Trump contro di loro. "Gli attacchi razzisti di Trump sono l'agenda dei nazionalisti bianchi", le ha fatto eco la collega Ilhan Omar, parlando con indosso il copricapo musulmano.
 
Theresa May considera "completamente inaccettabili" gli attacchi rivolti sul dossier immigrazione da Donald Trump a tre esponenti democratiche radicali della Camera dei Rappresentanti, di origini familiari straniere, sollecitate dal presidente americano a "tornare" nei Paesi d'origine e poi accusate di "odiare Israele". Lo ha sottolineato oggi una portavoce di Downing Street, in risposta ai giornalisti che le chiedevano un commento della premier dimissionaria britannica all'ultima raffica di tweet di Trump.  

I democratici della Camera stanno elaborando una bozza di risoluzione per condannare i tweet razzisti di Donald Trump contro la deputata Alexandria Ocasio-Cortez ed altre tre colleghe progressiste. Lo ha annunciato la speaker della Camera Nancy Pelosi in una lettera ai deputati del suo partito. "Voglio essere chiara, il nostro gruppo continuerà a rispondere a questi attacchi disgustosi", ha scritto.

Dopo Theresa May, anche il premier canadese Justin Trudeau ha criticato Donald Trump, senza nominarlo, per i suoi tweet razzisti. "Penso che i canadesi, e di fatto tutto il mondo, sappiano esattamente ciò che penso dei suoi commenti. Non è come vediamo le cose in Canada: un canadese è un canadese", ha dichiarato. "La diversità del nostro Paese è una delle nostre forze più grandi e una fonte di forza e di orgoglio incredibile per i canadesi, e noi continueremo a difenderla", ha aggiunto.

Cresce intanto il numero di parlamentari repubblicani che condannano i tweet razzisti di Trump. Alla senatrice Susan Collins si sono aggiunti i colleghi Lisa Murkovski, Pat Toomey, Tim Scott (unico senatore nero del Gran Old Party), e i deputati William Ballard Hurd (unico deputato afroamericano dello stesso partito). "Non c'e' alcuna scusa per i perfidi commenti del presidente, sono assolutamente inaccettabili e questo deve finire", ha twittato Lisa Murkowski. "Il presidente e' intervenuto con attacchi personali inaccettabili e un linguaggio offensivo sul piano razziale", ha cinquettato Scott. Silenzio invece dai vertici del partito.

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