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'Trump e Putin due primedonne in competizione'

'Trump e Putin due primedonne in competizione'

Magri (Ispi): 'Leader muscolari che si temono ma si rispettano'

14 aprile 2017, 21:39

Eloisa Gallinaro

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Trump: Nbc, Usa pronti a raid preventivo contro Corea © ANSA/AP

Trump: Nbc, Usa pronti a raid preventivo contro Corea © ANSA/AP
Trump: Nbc, Usa pronti a raid preventivo contro Corea © ANSA/AP

(di Eloisa Gallinaro)

Trump e Putin: due 'primedonne' in competizione che rischiano di scontrarsi o, come ha scritto il presidente Usa in un tweet, "alla fine tutto si risolvera' fra Stati Uniti e Russia?". Paolo Magri, direttore dell'Ispi, ritiene che "siamo di fronte a due leader che tendono ad avere un profilo presidenziale simile, ovvero molto muscolare. Ed e' chiaro che questo puo' essere letto, da un lato, come un fattore di contrasto proprio per la somiglianza, ma nello stesso tempo anche come un fattore di possibile incontro, di rispetto reciproco. Per questo stiamo oscillando fra esasperare l'avvicinamento ed esasperare la rottura tra i due".

Uno dei punti e' la percezione che ciascuno dei due ha dell'altro, che potenzialmente mette ancora piu' a rischio i teatri di crisi. "Da un lato - osserva Magri con l'ANSA - Trump ha subito la fascinazione della figura di un leader che poteva con grande liberta' e senza vincoli, prendere posizioni forti, avvantaggiato dalla peculiarita' del sistema di potere russo. Dall'altro Putin, indispettito dalle esitazioni e dalle incertezze di Obama, ha ipotizzato, durante la campagna elettorale, una presidenza Trump piu' decisa, determinata e ha subito anche lui una certa fascinazione".

Poi "tutto e' cambiato". Il "passaggio dal Trump elettorale al Trump di governo ha fatto apparire a Putin un presidente certamente meno titubante di Obama, ma molto piu' oscillante e imprevedibile. E per i russi l'imprevedibilita' non e' sicuramente un fattore apprezzato". Finita o accantonata la fase delle fascinazioni reciproche, ragiona Magri, "la situazione attuale dei rapporti e' di un chiaro distinguo di differenziazioni di politiche, ma con la volonta' di non rottura totale. Di questo abbiamo prova da una serie di fatti: l'informativa preventiva data da Trump ai russi prima dell'attacco in Siria; il fatto che nonostante le pesanti accuse di questi giorni si sia arrivati comunque all'incontro Tillerson-Lavrov che non era scontato e, addirittura, fatto simbolico molto significativo, il fatto che in questa situazione tesa ci sia stato anche un incontro tra Tillerson e Putin e che in questi incontri sia stata ribadita la volontà di ripristinare l'unico fattore di collaborazione già esistente che è il memorandum di cooperazione sulla sicurezza tra i voli nell'attacco allo Stato islamico, dove russi e americani - pur con lo stesso obiettivo - stanno operando con formazioni diverse: Putin con Assad e Trump con la coalizione. L'accordo di cooperazione ha l'obiettivo di evitare incidenti che potrebbero creare pericolose escalation".

Il punto non e' "l'affidabilita' ma la prevedibilita'.  E' sicuramente piu' prevedibile la linea di azione russa che non quella di Trump che, uno dopo l'altro, sta negando o riformulando tutti i punti principali della sua politica estera". "Quindi dal punto di vista della prevedibilità, a cento giorni dall'insediamento di Trump, possiamo dire che per la lunga tradizione al potere, l'ancoraggio stabile alle linee di politica estera della Russia e per la continuità del ruolo di Lavrov, Putin appare più prevedibile di Trump. La prevedibilità è un valore, ma non è un valore assoluto. Si può essere prevedibili in azioni sbagliate e che creano contrasti o rischi forti. Però la prevedibilità è sicuramente un punto a favore della Russia di Putin rispetto all'America di Trump".

"Il punto di svolta e' se Trump potra' limitarsi a questa sorta di 'tweet militari', attacchi a colpo secco come in Siria" con "rischi limitati", o se "la situazione nei due scenari principali (Siria e Corea del Nord) richiedesse interventi piu' sistematici dal punto di vista militare": "Difficile pensare - conclude Magri - che Russia e Cina possano accettare senza alcuna reazione una rinnovata e muscolare presenza americana in ambiti che considerano ormai parte della loro sfera d'influenza".

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