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'Mosca ha dati compromettenti su Trump', ma Putin smentisce

Tycoon e Obama informati. Presidente eletto, caccia alle streghe

 Informazioni classificate presentate la scorsa settimana dai vertici degli 007 Usa al presidente Barack Obama e al presidente eletto Donald Trump parlano di presunto materiale in possesso dei russi con informazioni compromettenti per il tycoon, che sarebbe quindi a rischio ricatto. Lo rivelano diversi media americani, tra cui il New York Times che definisce di natura "volgare" alcune delle informazioni.

Il presidente eletto nega tutto con un tweet:  "Le agenzie di intelligence non dovrebbero permettere che notizie false siano diffuse al pubblico. Un altro colpo contro di me. Viviamo nella Germania nazista?"

"No, il Cremlino non ha informazioni compromettenti su Trump": lo ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, smentendo la notizia non verificata di presunte informazioni di natura "volgare" su Donald Trump in mano ai russi. "E' assolutamente una bufala, un'assoluta montatura, una completa fesseria. Il Cremlino non si occupa della raccolta di informazioni compromettenti. Ciò si chiama pulp fiction", ha dichiarato Peskov assicurando che Mosca non ha informazioni compromettenti neanche su Hillary Clinton. 

Tegola su Trump, 'Mosca ha materiale per ricattarlo'  
di Anna Lisa Rapanà
Informazioni classificate presentate la scorsa settimana dai vertici degli 007 Usa al presidente Barack Obama e al presidente eletto Donald Trump comprendono indicazioni su presunto materiale in possesso di russi con informazioni personali e finanziarie compromettenti per il tycoon. Tycoon che sarebbe quindi a rischio ricatto. Lo riferiscono diversi media americani, a partire dalla Cnn che per prima ha confermato le indiscrezioni citando fonti ufficiali americane anonime. Il New York Times sottolinea inoltre che parte del materiale riguardante Donald Trump sia di natura "volgare". Il tycoon come di consueto commenta con tweet: "Notizie false. Una vera e propria caccia alle streghe politica". Tali informazioni - giudicate da piu' parti "potenzialmente esplosive" - non provengono dall'intelligence Usa, ma da un ex agente britannico. La loro attendibilità - sottolineano i media - non e' stata ancora stabilita' ed e' adesso oggetto di verifica da parte dell'Fbi. Stando a quanto emerge, il rapporto e' stato incluso come appendice alla relazione dell'intelligence Usa sulle 'cyberintrusioni' guidate dalla Russia, ma non e' frutto di quella inchiesta. I vertici dell'intelligence Usa hanno tuttavia deciso di includere questo materiale aggiuntivo - e pur non ancora verificato - come parte della documentazione presentata nei giorni scorsi ad un gruppo ristretto di interlocutori (nello specifico Obama, Trump e solo alcuni membri del Congresso) con lo scopo principale di informare il presidente eletto che tali indicazioni circolano a Washington e per sottolineare che la Russia avrebbe raccolto informazioni potenzialmente dannose per entrambi i partiti politici, salvo diffondere poi soltanto quelle relative al fronte democratico. La ricostruzione presenta ancora zone d'ombra. I 'memo' in questione sarebbero stati recuperati da un ex agente britannico dell'MI6 che in passato aveva collaborato con l'intelligence americana. Un altro passaggio della vicenda indica inoltre - stando ancora alla Cnn - che il senatore repubblicano John McCain - a sua volta informato da un ex diplomatico britannico per un periodo di stanza a Mosca - era venuto in possesso del materiale, riguardante un lasso di tempo tra giugno e dicembre 2016, e che ne aveva consegnato copia al direttore dell'Fbi James Comey. A quel punto però Comey era già a conoscenza di alcuni memo datati fino ad agosto 2016, consegnati a quanto risulta da un ex agente dell'MI6 ad un agente dell'Fbi a Roma. Al momento nessuna delle fonti ufficiali americane - tra 007, Fbi e Casa Bianca - ha commentato la vicenda.

 


   

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