I Sioux sempre più sul piede di
guerra. Un giudice federale ha infatti stabilito che si va
avanti col progetto del controverso oleodotto in North Dakota,
respingendo la richiesta dei nativi e delle associazioni
ambientaliste di fermare i lavori.
Il rischio di una vera e propria rivolta adesso è reale, dopo
che da settimane vanno avanti le proteste con decine di arresti.
L'odiato oleodotto è fortememte voluto dai colossi energetici.
Secondo il progetto costerà 4 miliardi di dollari, sarà
sotterraneo e lungo quasi duemila chilometri, correndo dal North
Dakota fino all'Illinois, atraversando in tutto quattro stati.
Per gli ambientalisti in caso di perdite o rotture si rischia
di inquinare le falde del fiume Missouri, e quindi i
rifornimenti idrici della popolazione locale. Ma agli occhi dei
Sioux si tratta anche di una grave profanazione delle terre
sacre degli avi, quelle praterie dove generazioni di loro
antenati hanno vissuto, cacciato i bisonti e trovato sepoltura.
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