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Iowa, Cruz a sorpresa batte Trump. Clinton vince di misura su Sanders, che mette in dubbio il risultato

Senatore origini cubane terzo a un solo punto da Trump

In Iowa le primarie Usa 2016 riservano sorprese e una vittoria al fotofinish. Ted Cruz batte Donald Trump, staccandolo di ben quattro punti. Mentre sul fronte democratico l'ex first lady Hillary Clinton vince sul filo di lana con il 49,89% dei voti (700) contro il 49,54% dei voti (695) andato al suo rivale Bernie Sanders. Martin O'Malley ha ricevuto lo 0,57% (otto voti). Ma Sanders mette in dubbio il risultato della sfida contro la Clinton e chiede al partito un conteggio voto per voto, dopo che il vantaggio accreditato dai sondaggi della vigilia alla ex first lady pare ridotto a pochi decimali. Lo staff di Clinton rivendica il leggero vantaggio ufficioso percentuale, ma il numero di delegati appare esattamente suddiviso, al massimo con la differenza di uno.

La strada per la presidenza - Infografica

I CANDIDATI IN CAMPO PER LA SFIDA ALL'ULTIMO VOTO - LE FOTO

Sono proprio Cruz e Sanders a esultare. Loro che rispetto ai due frontrunner nel piccolo stato del midwest partivano in svantaggio. Mentre, al di là delle dichiarazioni ufficiali, un certo nervosismo serpeggia sia nell'entourage della Clinton sia tra i sostenitori di Trump, che deve subire anche lo smacco di essere stato quasi raggiunto dal giovane senatore della Florida Marco Rubio. 

Quest'ultimo, l'uomo su cui punta l'establishment del partito repubblicano che mal sopporta sia Trump che Cruz, è la vera sopresa dei caucus in Iowa, con uno sprint che lo ha portato a un solo punto dal tycoon newyorchese. Mentre per Jeb Bush è una debacle, con solo il 2,8% delle preferenze. Anche se lui non si da per perso: "La vera corsa per la Casa Bianca - afferma - comincia in New Hampshire il 9 febbario". Hillary parla quando ancora il risultato non c'è, forse anche per la tempesta di neve che sta per abbattersi su Des Moines e che spinge un po' tutti a fare presto, a ripartire il prima possibile. Anche Sanders anticipa i tempi, ed esulta: il 'too close to call" per lui è già una vittoria.

IL FATTORE IOWA, CHE REGALA LA NOMINATION

Per il senatore del Vermont l'Iowa ha parlato e con un messaggio chiaro: "E' troppo tardi per la politica dell'establishment e l'economia dell'establishment". Per Hillary è l'incubo ricorrente: di nuovo l'Iowa, là dove fu battuta da Barack Obama nel 2008, un 'déjà vu' reso ancora più complicato dalla prossima tappa, il New Hampshire, dove Sanders è favorito e dove Hillary Clinton vuole volare subito. La festa più grande nel quartier generale di Cruz e in quello di Rubio. Il primo è raggiante: "L'Iowa ha parlato. Ha mostrato che la nomination repubblicana non sarà decisa dai media, da Washington e dalle lobby, ma dal popolo".

I CANDIDATI ALLA CASA BIANCA

E ricorre addirittura allo "Yes we can", lo slogan di Barack Obama che nel 2008 proprio in Iowa comincio' la sua cavalcata trionfale verso la Casa Bianca, battendo la Clinton. E Hillary e' il principale obiettivo di Rubio: "La sconfiggeremo, cosi' come sconfiggeremo Sanders. Non possiamo attendere un altro momento per riprenderci il Paese dopo sette anni di Obama". Intanto il post-Iowa vedra' anche due candidati in meno: si ritira l'ex governatore del Maryland Martin O'Malley, lasciando sul campo democratico una lotta a due. E tra i repubblicani rinuncia Mike Huckabee. In entrambi casi non una sorpresa, visti i risultati insignificanti sia nei sondaggi che nei caucus dell'Iowa. (LEGGI)

A dare sostegno a Hillary è sceso in Iowa il clan Clinton al completo. Con la candidata a incontrare i partecipanti alle assemblea da un capo all'altro dello Stato ci sono Bill e Chelsea: quest'ultima sale sul palco con la madre tappa dopo tappa, mentre in zona si aggira anche Charlotte, la nipotina dell'aspirante presidente. 'A distanza' ma c'è, accompagnata dal papà Marc Mezvinsky. E intanto in uno dei molti eventi elettorali, l'invito è a partecipare accogliendo "Hillary e il presidente Bill Clinton".

DA CAUCUS A TICKET - LEGGI IL GLOSSARIO DEL VOTO

Anche Jeb Bush è accompagnato dalla famiglia, a Sioux Center nel nordovest dell'Iowa arriva con il figlio Jeb Jr e la figlia Noelle. "Questa è una questione di famiglia", dice aprendo il suo intervento. Ma non basta. Nemmeno la 'febbre della politica' che pervade l'Iowa fa parlare di Jeb. Gli occhi sono puntati sullo scontro Trump-Cruz. E allora se alcune della differenze sono evidenti (l'esuberanza del magnate è inimitabile), è sulle sfumature delle similitudini che si gioca la partita, con opinione diffusa che su questo territorio è Cruz ad avere più presa. Così è guerra di messaggi e botta e risposta a distanza fra i due. "Sono più umile di quanto molta gente pensi", afferma Trump, ostentando però fiducia sull'esito delle primarie: "Nessuno degli altri vincerà". "Mi piace Trump, è audace e impertinente. Ma le sue politiche sono troppo liberal", risponde Cruz.

LE TAPPE DELLA CORSA ALLA CASA BIANCA

Dall'immigrazione alle armi all'Isis, i TEMI della campagna elettorale.

   

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