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'Dall'Oglio è stato profeta della crisi odierna'

Parla curatore libro sul gesuita, con prefazione padre Lombardi

    Assente fisicamente da quattro anni, da quando è scomparso nel nord della Siria, padre Paolo Dall'Oglio, che ha dedicato gran parte della sua vita al dialogo tra comunità nella regione, è considerato da più parti come un precursore, "un profeta di quello che si stava addensando su tutto il Mediterraneo".

   Non a caso, Riccardo Cristiano, vaticanista di lunga data e profondo conoscitore dell'opera di Padre Paolo, ha curato un volume - uscito lo scorso maggio e dedicato al gesuita romano - intitolato proprio: "Paolo Dall'Oglio. La profezia messa a tacere". Questa raccolta di testimonianze sulla vita e le idee di Dall'Oglio è arricchita da una prefazione di padre Federico Lombardi, già portavoce della Santa Sede e ora presidente della Fondazione Ratzinger.

   Nella prefazione al libro, Lombardi parla proprio della "chiarezza con cui Paolo aveva visto arrivare la tempesta e la tragedia del suo popolo", in riferimento alle violenze che insanguinano la Siria dal 2011 e che hanno causato la morte di almeno mezzo milione di persone. Per Lombardi, Dall'oglio "aveva capito la complessità e le cause della tragedia, ne aveva letto i segni, aveva identificato le forze in gioco, aveva fatto appello senza possibilità di equivoci alle responsabilità degli attori del dramma".

   A tal proposito, Cristiano, autore tra l'altro di una monografia su Papa Francesco, sostiene parlando con l'ANSA che "nella differenza dei ruoli, delle possibilità e delle responsabilità, Papa Francesco porta avanti in solitudine una testimonianza che contempla anche quella di Padre Paolo Dall'Oglio". Per Cristiano, "nel complesso mondo vaticano, Dall'Oglio e Bergoglio hanno un assonanza nell'identità, non tanto perché sono entrambi gesuiti ma perché sono dei mistici con l'urgenza di fare, sono entrambi convinti che il cristianesimo o si evolve o si pietrifica e non è più cristianesimo, sono convinti che occorre il 'governo dal basso', sono entrambi calati nella visione e nell'urgenza di una chiesa che deve andare incontro alla gente che sta sulla sua frontiera".

   Proprio su questa frontiera, in Siria, si sono perse le tracce di Dall'Oglio. "Perché - come ricorda Padre Lombardi - Paolo aveva aveva deciso di mettersi in gioco fino in fondo in prima persona in piena solidarietà con il suo popolo siriano, del tutto consapevole delle difficoltà e dei rischi".

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