Via Twitter, il presidente americano Donald Trump afferma che "la Corea del Nord cerca guai" e "se la Cina decide di aiutare sarebbe magnifico. Altrimenti, risolveremo il problema senza di loro!".
Allo stesso tempo, la Corea del Nord attacca gli Usa e promette dure contromisure alle ''azioni offensive'': l'invio della portaerei Usa Carl Vinson, ha detto un portavoce del ministero degli Esteri ripreso dalla Kcna, conferma che le ''spericolate mosse americane per invadere la Corea del Nord hanno toccato una fase seria dei suoi scenari. Se gli Usa osano optare per una azione militare, come un 'attacco preventivo' e la 'rimozione del quartier generale', la Corea del Nord e' pronta a reagire a ogni tipo di guerra desiderato dagli Usa''.
Navi americane si sposteranno verso la penisola coreana. Lo riporta la Cnn citando un esponente dell'amministrazione americana, secondo il quale l'aumento della presenza nell'area è "necessario" dato l'atteggiamento della Corea del Nord. Il gruppo di navi americane, chiamate Carl Vinson, includono anche una portaerei e si sposterà da Singapore verso la penisola coreana.
La portaerei americana Carl Vinson, classe Nimitz e a propulsione nucleare, è da febbraio in Estremo Oriente: insieme alla flotta di cacciatorpedinieri Aegis ha partecipato, come ha detto la Marina Usa il 18 febbraio, alle attività di routine e addestramento nel mar delle Filippine, parte della prima missione nel Pacifico occidentale dal 2015 e del piano sulla libertà di navigazione con la presidenza Trump. Da inizio marzo, invece, ha preso parte alle manovre congiunte di Usa e Corea del Sud nel mezzo delle tensioni intercoreane alimentate dal test del missile fatto il 12 febbraio da Pyongyang e dall'omicidio del 13 febbraio a Kuala Lumpur di Kim Jong-nam, fratellastro del leader Kim Jong-un.
Il presidente americano Donald Trump e il premier giapponese, Shinzo Abe, si impegnano a collaborare sulla ''minaccia posta dalla Corea del Nord''. Lo afferma la Casa Bianca riferendo di un colloquio telefonico fra i due leader.
Un cambio di regime in Corea del Nord non è un obiettivo degli Stati Uniti. Lo afferma il segretario americano, Rex Tillerson, in un'intervista ad Abc.
La Corea del Nord ha condannato come "assolutamente inaccettabile" l'attacco missilistico Usa alla Siria: in una nota del ministero degli Esteri, rilanciata dalla agenzia ufficiale Kcna, si definisce la mossa come una "chiara invasione" e una conferma alla "validità" della decisione di Pyongyang di dotarsi, sviluppare e rafforzare i suoi armamenti nucleari. L'amministrazione di Donald Trump "non è diversa" da quelle precedenti, è la conclusione. Il comunicato è la prima reazione ufficiale di Pyongyang all'attacco deciso da Trump ed eseguito contro una base aerea siriana quando il tycoon era impegnato nel primo summit col presidente cinese Xi Jinping, a Mar-a-Lago, in Florida.
Tra i temi principali in agenda del vertice c'era anche quello su nucleare e missili della Corea del Nord, di cui Pechino resta, malgrado l'irritazione per la continua imprevedibilità dei comportamenti, il suo alleato storico. Anzi, agli osservatori è apparso che l'attacco alla Siria, per la sua tempistica, possa essere letto come un monito rivolto a Cina (per la "debole" persuasione) e a Corea del Nord di fronte a un regime che non vuole recedere dalle sue ambizioni atomiche. Trump, non a caso, ha ventilato l'ipotesi che gli Usa possano adottare atti unilaterali contro il Nord qualora la Cina non eserciti tutta la pressione possibile.