Il presidente palestinese Abu Mazen è arrivato a Roma per una visita dedicata soprattutto ai rapporti con il Vaticano, con l'incontro con il Papa e l'apertura dell'ambasciata presso la Santa Sede, prima di volare a Parigi dove parteciperà il 15 gennaio alla conferenza di pace fortemente osteggiata, e disertata, dal premier israeliano Benyamin Netanyahu. Il primo incontro è quello con il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, mentre è saltato quello con il premier Paolo Gentiloni ancora convalescente dopo l'intervento di angioplastica di martedì.
Sabato mattina sarà invece ricevuto da papa Francesco, con il quale - secondo il ministro degli Esteri palestinese Riad al Malki, citato dall'agenzia di stampa Maan - Abu Mazen potrebbe cogliere l'occasione per ribadire ancora una volta l'opposizione palestinese al trasferimento dell'ambasciata americana in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, un trasferimento che a suo avviso avrebbe "un impatto disastroso" sul processo di pace, sulla soluzione dei due Stati e sulla stabilità dell'intera regione. Il leader palestinese, scrive ancora l'agenzia, spera che il Papa invii in merito "un messaggio forte" al presidente eletto Donald Trump. Subito dopo l'udienza, Abu Mazen inaugurerà l'ambasciata palestinese in Vaticano, nella sede di via di Porta Angelica dove scoprirà una targa e isserà la bandiera palestinese. E dove avrà un breve incontro con i giornalisti.
Domenica Abu Mazen andrà quindi a Parigi alla conferenza internazionale sul conflitto israelo-palestinese voluta da François Hollande nel tentativo di superare l'impasse del processo di pace. Non ci andrà invece Netanyahu, che non ha mai nascosto la sua contrarietà all'iniziativa temendo - sulla scia della risoluzione Onu sulle colonie in Cisgiordania - nuove soluzioni imposte a Israele sulla base di precondizioni dettate dalla comunità internazionale. La conferenza "è una truffa palestinese sotto egida francese, il cui scopo è adottare altre posizioni anti-israeliane", ha ribadito anche oggi il premier israeliano. Dopo un incontro con Alfano, che rappresenterà il governo alla conferenza, la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha auspicato che a Parigi "l'Italia, forte della sua sincera amicizia con Israele", assuma un "ruolo di guida" anche per gli altri Paesi e "possa chiaramente esprimere una posizione di sostegno al dialogo" fondato "sul diritto inequivocabile all'esistenza in pace e sicurezza dello Stato di Israele"
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