La città di Ramadi è rasa al suolo, distrutta dai combattimenti tra l'esercito iracheno e i miliziani dell'Isis e dai bombardamenti della coalizione a guida Usa. E' quanto mostrano le immagini satellitari della città irachena, capoluogo della provincia di Al Anbar. Oltre 3.000 edifici distrutti, quasi 400 strade e ponti danneggiati o distrutti tra maggio 2015, quando i jihadisti conquistarono la città, e il 22 gennaio dopo la riconquista delle forze irachene.
La maggioranza della popolazione, che un tempo contava 1 milione di persone, è fuggita e non può tornare nella città strappata all'Isis a causa della devastazione. Negli 8 mesi in cui i jihadisti hanno avuto in mano Ramadi, circa 800 civili sono rimasti uccisi in scontri, raid aerei ed esecuzioni. Ora i pochi segni di vita visibili sono i soldati che presidiano posti di blocco, ridipinti e decorati con fiori di plastica. "Tutto ciò che hanno lasciato sono macerie. E non puoi fare niente con le macerie", ha detto il maggiore Mohammed Hussein, a capo del battaglione antiterrorismo tra i primi ad entrare a Ramadi dopo la cacciata dell'Isis.
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