TEHERAN - Se la partita di volley Iran-Usa vinta 3 a 0 dall'Iran stasera passerà alla cronache per la presenza delle donne sugli spalti annunciata e poi mancata, per la forti resistenze conservatrici all'iniziativa del governo di Hassan Rohani, non rimarrà inosservato nemmeno il fatto che il pubblico ha applaudito all'inizio non solo la bandiera e l'inno nazionale iraniani, ma anche quelli degli avversari.
Dettaglio non da poco, in un Paese in cui ancora si bruciano le bandiere a stelle e strisce nelle proteste di piazza e su un edificio del centro campeggia tuttora, gigantesco, un murales con la scritta 'Morte all'America'. Al tempo stesso però l'inno nazionale statunitense è stato 'silenziato' dalla tv di stato che dava l'incontro in diretta e coperto dalla voce dello speaker.
Dopo l'incontro strade intasate nella capitale per la celebrazioni collettiva della vittoria, con cortei di vetture lungo viale Vali Asr e anche giovani donne che si sporgevano dai finestrini per inneggiare alla vittoria.
Quelle stesse donne che avevano sperato di poter entrare per la prima volta in uno stadio per un incontro maschile, seppur di pallavolo e non di calcio, dopo l'annuncio della vicepresidente Shahindokht Molaverdi che ciò sarebbe avvenuto proprio stasera.
Dopo la levata di scudi di ayatollah e movimenti conservatori, e l'annuncio di violente proteste di piazza se questo fosse avvenuto, il governo ha però dovuto fare marcia indietro. Nei giorni scorsi erano girati sms che invitavano le donne a presentarsi comunque davanti allo stadio prima della partita.
Ma chi ha raccolto l'appello ha trovato un massiccia presenza di poliziotti, che fermavano tutte le vetture e facevano tornare indietro quelle con donne a bordo. L'unica presenza femminile nello stadio, dunque, quella del personale della Federazione.
Nessun accredito invece per le agenzie di stampa straniere