Tre miliardi e 800 milioni di dollari sono stati stanziati in aiuti umanitari destinati alla Siria per il 2015. L'impegno è stato preso durante la terza Conferenza dei Donatori della Siria, presieduta a Kuwait City dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, e dall'emiro del Kuwait, Sheikh Sabah Al Ahmed Al Jaber Al Sabah. Si tratta di una cifra di tutto rispetto, persino superiore alle previsioni, se si pensa che nel 2014 i paesi donatori si erano impegnati per 1,5 miliardi di dollari e nel 2014 per 2,4 miliardi. Il risultato è stato ottenuto grazie alla generosità di nazioni come il Kuwait (500 milioni di dollari), gli Stati Uniti (507 milioni) o l'insieme della l'UE, come Unione e singoli paesi (1,1 miliardi di dollari), ma anche delle organizzazioni non governative che hanno messo sul piatto della bilancia 506 milioni di dollari. L'Italia si è impegnata con 18 milioni di euro, pari a oltre 19 milioni di dollari mirati alla realizzazione di interventi a forte impatto sociale nei settori della sicurezza alimentare, della sanità e dell'istruzione, con un'attenzione particolare per le categorie più vulnerabili della popolazione civile, donne e bambini. Gli interventi saranno effettuati sia in Siria, sia nei quattro Paesi della regione - Libano, Giordania, Turchia e Iraq - che hanno accolto la maggioranza dei rifugiati siriani.
Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, oggi ad Amman per incontri istituzionali con il collega Nasser Judeh e il re Abdallah, e per una visita al campo profughi di Azraq al confine con la Siria ha spiegato che l'emergenza profughi siriani è stato tra i temi principali del colloqui tra i due ministri: la Giordania ospita 1,4 milioni di siriani, che rappresentano circa il 20% dell'intera popolazione del regno. "Il contributo italiano si concentra nel settore sanitario, con un poliambulatorio e un ospedale da campo nei due principali campi profughi in Giordania, e nel settore dell'assistenza ai più deboli, in particolare donne e bambini", ha detto Gentiloni alla stampa dopo l'incontro con Judeh.
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