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Brexit: Johnson, il no deal a un passo, prepariamoci

Brexit: Johnson, il no deal a un passo, prepariamoci

'Ma voglio negoziare ancora. Pronto ad andare a Parigi e Berlino'

LONDRA, 11 dicembre 2020, 12:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Il no deal come sbocco dei negoziati sulle relazioni commerciali con l'Ue per il dopo Brexit "è una forte possibilità" ed è venuto il momento che la popolazione britannica e il mondo del business vi si preparino.
    Lo ha detto stasera in una dichiarazione ai media il premier Boris Johnson, commentando per la prima volta di persona l'esito non positivo dell'incontro di ieri sera a Bruxelles con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
    Johnson ha aggiunto peraltro di voler ancora tentare la strada di un accordo nei prossimi giorni, non escludendo sue visite a Emmanuel Macron o ad Angela Merkel a Parigi e Berlino. 
   

L'accordo di libero scambio a cui si mira "non è affatto ancora sul tavolo", ha detto il premier Tory rivolgendosi ai media dopo una riunione pomeridiana a Downing Street nella quale ha aggiornato il suo Consiglio dei ministri sulla situazione. Le proposte dell'Ue, ha aggiunto, terrebbero di fatto Il Regno Unito "ingabbiato in una sorta di orbita" di Bruxelles a tempo indefinito e quindi ci sono "forti possibilità" che il negoziato fallisca definitivamente.

Detto questo, Johnson ha insistito di voler percorrere "un miglio in più" sulla strada della trattativa prima della scadenza della fase di transizione post divorzio che - come ha ribadito - avverrà il 31 dicembre. Non senza sottolineare la necessità che il Paese nel frattempo completi i preparativi per uno scenario di rottura senz'accordo: o per dirlo con le sue parole, di una futura "relazione all'australiana" con i 27, vale a dire regolata esclusivamente dalle norme dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto).

"Io penso - ha ripetuto - che dobbiamo avere molto, ma molto chiaro che vi è ora una forte possibilità che alla fine avremo una relazione con l'Ue molto più simile a quella dell'Australia che non a quella del Canada" (Paese il quale ha sottoscritto di recente un trattato di libero scambio con Bruxelles). "Questo - ha quindi chiosato - non è una brutta cosa, poiché c'è un'abbondanza di modi per poterlo trasformare in un vantaggio per noi. Ma, certo, è venuto il momento per il pubblico e per il business di prepararsi al primo gennaio, poiché, credetemi, il cambiamento in un modo o nell'altro ci sarà".

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