Il ministro degli Esteri russo
Serghiei Lavrov ha accusato l'Occidente di "grossolane
interferenze" negli affari interni della Bielorussia. Il capo
della diplomazia russa si trova a Minsk, dove ha incontrato il
contestato presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko,
appoggiato dal Cremlino e criticato da Ue e Usa per la violenta
repressione delle manifestazioni antiregime e per i probabili
massicci brogli elettorali alle presidenziali di agosto che
hanno scatenato la protesta.
In una conferenza stampa congiunta col suo omologo bielorusso
Vladimir Makei, Lavrov ha dichiarato che l'Occidente "sta usando
gli sporchi metodi delle cosiddette rivoluzioni colorate,
inclusi la manipolazione della pubblica opinione, il sostegno
alle forze che sono apertamente antigovernative e la promozione
della loro radicalizzazione".
Decine di migliaia di persone scendono in piazza ogni
domenica a Minsk chiedendo le dimissioni di Lukashenko, che
governa la Bielorussia col pugno di ferro da oltre un quarto di
secolo e ufficialmente ha vinto le presidenziali del 9 agosto
con l'80% dei voti, un risultato inverosimile secondo molti
osservatori. Le autorità hanno finora represso le proteste con
ondate di arresti e violenze. (ANSA)
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