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Bielorussia: marcia per la libertà a Minsk. Lukashenko: 'Il voto è valido'

Papa: dialogo, alt violenza, rispetto diritto

L'opposizione in Bielorussia scende in piazza, a una settimana dalla contestata sesta rielezione 'bulgara' di Alexander Lukashenko, nella speranza di radunare una folla enorme per sfidare il padre-padrone del Paese in quella che è stata anticipata come "Marcia per la libertà". Nella stessa Minsk intanto, si sta raccogliendo anche una contro-manifestazione pro-Lukashenko, mentre circolano immagini su Twitter di file di pullman di presunti sostenitori del presidente convogliati verso la capitale. 

Il contestato voto che lo ha eletto per la sesta volta una settimana fa presidente della Bielorussia non sarà ripetuto: lo ha ribadito lo stesso Alkexander Lukashenko dal palco da cui a Minsk ha arringato i suoi sostenitori in una contromanifestazione. Lukashenko ha anche accusato la Nato di aver ammassato forze sul suo confine occidentale.

"Continuo a pregare per il Libano e per le altre situazioni drammatiche nel mondo che causano sofferenza alla gente", ha detto papa Francesco all'Angelus. "Il mio pensiero va anche alla cara Bielorussia - ha proseguito -. Seguo con attenzione la situazione post-elettorale in questo Paese e faccio appello al dialogo, al rifiuto della violenza e al rispetto della giustizia e del diritto". "Affido tutti i bielorussi alla protezione della Madonna, Regina della pace", ha aggiunto.

Il presidente russo Vladimir Putin ha promesso di "assistere", se necessario, la Bielorussia "secondo il comune patto militare": lo rivela il Cremlino, citato da alcuni media fra cui Bbc, dopo una seconda conversazione fra Putin e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, alle prese con un'ondata di proteste. Il Cremlino afferma di aver discusso con Lukashenko "la situazione in Bielorussia, tenendo in considerazione la pressione che quella repubblica sta subendo dall'esterno". Putin avrebbe detto a Lukashenko che Mosca è pronta ad assistere la Bielorussia "secondo il comune patto militare, se necessario".

Ieri a Minsk migliaia di persone hanno partecipato ai funerali del manifestante d'opposizione Alexander Taraikovsky, ucciso negli scontri con la polizia lunedì scorso, funerale che si è trasformato in pacifica manifestazione di protesta.

Alexander Taraikovsky, il manifestante bielorusso morto negli scontri con la polizia lunedì scorso a Minsk, è stato "sicuramente" ucciso da un proiettile sparatogli al petto, e non da un presunto ordigno che intendeva lanciare contro la polizia che gli sarebbe esploso in mano: lo ha dichiarato la sua compagna, Elena German in un'intervista all'Associated Press ripresa da vari media, fra cui il Guardian. La donna ha potuto vedere il cadavere del suo compagno 34enne all'obitorio di Minsk: "Aveva una cucitura sul petto. Il foro era stato richiuso, ma c'era un livido nero che abbiamo subito notato. Le sue mani e i piedi erano intatti, non c'erano nemmeno delle ecchimosi", ha detto German. "E' ovvio che gli hanno sparato nel petto". Del resto il filmato che documenta la morte di Taraikovsky, ripreso da un cronista di AP e descritto dal quotidiano britannico, mostra l'uomo che improvvisamente crolla a terra e il sangue che gli inonda subito la maglietta sul petto. Non si vede cosa lo faccia cadere, non si vede alcunché che faccia pensare a un'esplosione né si vede alcun ordigno nelle sue mani. "Mi sento indignata, provo rabbia. per questo voglio che si faccia giustizia", ha dichiarato la donna, ritratta in una foto mentre trattiene a stento le lacrime , poco dopo il funerale di Taraikovsky di ieri pomeriggio. "In realtà - ha aggiunto German - sono anche molto spaventata. Sono stata lasciata sola, senza alcun aiuto. Mi sento svuotata".


   

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