(ANSAmed) - ZAGABRIA, 13 AGO - Il balzo dei nuovi di
contagi da coronavirus nei giorni scorsi in Croazia "va
interpretato anche tenendo conto che il Paese in questo momento
ha tra il 20 e il 25% in più di persone che vi soggiornano
rispetto agli altri mesi dell'anno, dato che ad oggi ci sono
circa 830 mila turisti sulla costa adriatica croata". Lo ha
affermato in un'intervista alla tv pubblica HTV il ministro
degli Interni croato, Davor Bozinovic, che è capo dell'Unità di
crisi della Protezione civile. Ieri la Croazia ha registrato
130 nuovi contagi, numero secondo solo ai dati dell'11 luglio
quando i positivi al Covid-19 erano stati 140, mentre in media
tra giugno e luglio se ne erano registrati tra i 30 e i 60 al
giorno. Interrogato sulla possibilità che alcune informazioni,
circolate sulla stampa estera, di turisti contagiati al rientro
dalle vacanze in Croazia possano essere anche parte di campagne
di altri Paesi nella battaglia per accaparrarsi il maggior
numero di turisti, il ministro non ha escluso questa ipotesi.
"Certo che tutti stanno lottando per ogni turista, come anche
per far rimanere i propri connazionali nei rispettivi Paesi, per
far sì che non spendano i loro soldi all'estero", ha osservato
Bozinovic. "La Croazia - ha aggiunto - ha messo in atto misure
con la quali è riuscita anche questa estate ad attirare una
buona parte dei visitatori tradizionalmente fedeli alla nostra
costa". Secondo il ministro, le autorità epidemiologiche hanno
ricevuto alcune notifiche ufficiali da altri Paesi di persone
contagiatesi durante le vacanze in Croazia, ma molte meno
rispetto ai casi riferiti dalla stampa estera. "Ci sono stati
esempi in cui la Croazia, seguendo notizie di infetti riportati
dai media, ha contattato le autorità in questi Paesi di origine
dei turisti, e finora non si è mai avuta una conferma
ufficiale", ha concluso Bozinovic. Sebbene nell'intervista non
si sia fatta menzione di alcun Paese concreto, la maggior parte
delle notizie di contagi importati da vacanzieri di ritorno
dalla Croazia riguarda Italia, Slovenia e Austria. (ANSAmed).
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