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Migranti, Avramopoulos: 'Eroici gli sforzi dell'Italia'

Migranti, Avramopoulos: 'Eroici gli sforzi dell'Italia'

Minniti: 'Diritti umani Libia questione irrinunciabile'

STRASBURGO, 15 novembre 2017, 18:24

Redazione ANSA

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Il commissario Ue Avramopoulos © ANSA/AP

Il commissario Ue Avramopoulos © ANSA/AP
Il commissario Ue Avramopoulos © ANSA/AP

"Dobbiamo aumentare gli sforzi per affrontare le urgenze immediate e migliorare le condizioni dei migranti sulla rotta del Mediterraneo centrale, in particolare in Libia, dove sono inaccettabili. L'Italia è un partner importante in questo lavoro, un partner che ha fatto sforzi eroici per salvare vite e sostenere la cooperazione con i Paesi. Abbiamo molto di cui ringraziare le autorità italiane". Così il commissario Ue Avramopoulos all'ANSA dopo le critiche dell'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu.

"E' chiaro che il nostro lavoro congiunto lungo la rotta del Mediterraneo centrale sta mostrando risultati. L'Ue, con l'Italia e gli altri Stati membri, ha contribuito a salvare vite, riducendo in modo significativo le partenze irregolari e la perdita di vite in mare. Mentre questi sviluppi devono essere salutati con favore, dobbiamo tutti rafforzare il nostro lavoro e concentrare i nostri sforzi dove fa più la differenza, nei Paesi di origine e lungo le rotte migratorie", spiega il commissario europeo alla Migrazione. "Mentre nel lungo termine, sostegno, stabilità e sviluppo economico nei Paesi di origine sono un elemento chiave del nostro lavoro - afferma - dobbiamo accrescere i nostri sforzi per affrontare le urgenze immediate e migliorare le condizioni dei migranti lungo la rotta, in particolare in Libia, dove le condizioni sono inaccettabili". "L'Italia - evidenzia Avramopoulos - è un partner importante in questo lavoro, un partner che ha fatto sforzi eroici per salvare vite e dare sostegno alla nostra cooperazione con i Paesi partner, ed abbiamo molto di cui ringraziare le autorità italiane".

Il rispetto dei diritti umani in Libia "non è questione di oggi", visto che quel Paese "non ha mai firmato la convenzione di Ginevra": ma è una questione "che per noi era, è e sarà irrinunciabile", ha ribadito intanto il ministro dell'Interno Marco Minniti rispondendo al question time alla Camera sottolineando che su questo fronte l'Italia "sente l'assillo di agire". Ma "se oggi l'Unhcr ha potuto visitare i centri in Libia" e se ci sono una serie di attività in quel paese "lo si deve anche all'impegno del nostro Paese". 

Il titolare del Viminale ha ricordato le diverse iniziative italiane ed europee in corso per migliorare la situazione libica. "Se oggi l'Unhcr ha potuto visitare 28 dei 29 centri di accoglienza presenti in Libia, individuando oltre mille soggetti in condizioni di fragilità a cui potrà essere riconosciuta la protezione internazionale e la ricollocazione in Paesi Terzi, se l'Oim ha portato a termine dalla Libia oltre 9.353 rimpatri volontari assistiti verso i Paesi di origine, se c'è un piano italiano, già operativo, di aiuti umanitari coordinato con i sindaci libici, se la nostra cooperazione internazionale sta procedendo ad un bando per l'attività delle Ong in territorio libico, se a Berna lunedì scorso i ministri dell'Interno dell'Europa e dell'Africa settentrionale, compresa la Libia, hanno firmato un documento di impegni sui diritti dei migranti e sul diritto alla protezione internazionale, lo si deve all'impegno, del nostro Paese e dell'Europa". Ma "basta tutto questo? No - ha sottolineato ancora Minniti - Ma l'alternativa non può essere quella di rassegnarsi all'impossibilità di governare i flussi migratori e consegnare ai trafficanti di esseri umani le chiavi delle democrazie europee". Dunque "sconfiggere "il traffico di essere umani e cancellare lo sfruttamento" è l'unica strada possibile. "Farlo significa porre credibili condizioni per regolare legalmente la questione migratoria" dice ancora Minniti, con l'apertura di corridoi umanitari come quello che ha già consentito di far arrivare in Italia mille profughi ed è già stato rinnovato per altri mille, e con "ingressi legali concordati con i paesi di provenienza".

Dall'inizio dell'anno al 5 novembre sono stati rintracciati in Italia 39.634 migranti irregolari, un più 15% rispetto all'analogo periodo del 2016, e ne sono stati allontanati (tra rimpatri e riammissioni nei paesi d'origine) 17.405, il 15,4% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Quanto alle espulsioni per motivi di sicurezza dello Stato - ha spiegato Minniti - ne sono state fatte 93 dall'inizio dell'anno, il 40% in più rispetto al 2016. Minniti ha ricordato che il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha inviato da tempo una circolare alle questure con la quale si chiede di dare "massimo impulso all'attività di rintraccio dei cittadini dei paesi terzi in posizione irregolare, attraverso il controllo del territorio e il conseguente avvio delle procedure di allontanamento, nel rispetto dei diritti degli interessati". Quanto ai Centri di permanenza per i rimpatri - le strutture che hanno sostituito i Cie - il titolare del Viminale ha spiegato che ad oggi ne sono operativi 5 (Bari, Brindisi, Caltanissetta, Torino e Roma) mentre entro fine anno ne aprirà un sesto, a Potenza. Ed inoltre, "Sono state già individuate aree o strutture per attivarne altri 5 in altrettante regioni".

   

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