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Se vince il sì la Catalogna sarà 'Repubblica' in 48 ore

Bozza legge referendum 1 ottobre, ma è crisi per Puigdemont

(di Francesco Cerri)

BARCELLONA - La Catalogna potrebbe diventare una "Repubblica Indipendente" dalla Spagna in 48 ore, se il 3 ottobre il 'sì' vincerà al referendum annunciato per il primo ottobre dal presidente catalano, Carles Puigdemont. Lo stabilisce la bozza della legge sul referendum presentata al parlamento di Barcellona dai partiti indipendentisti che hanno la maggioranza assoluta nell'assemblea e che appoggiano il governo di Puigdemont.

La legge - duramente contestata dall' opposizione unionista, che ha boicottato l'aula - sarà posta ai voti a fine agosto per ritardare fino all'ultimo la prevedibile risposta legale di Madrid con denuncia alla Corte Costituzionale. Il premier spagnolo, Mariano Rajoy, ha dichiarato il referendum "illegale" sulla base della Costituzione del 1978, che sancisce l'intangibilità del territorio dello Stato, e ha promesso di impedirlo. Da settimane, con l'appoggio della Corte Costituzionale, polizia e magistratura indagano su qualsiasi mossa catalana in direzione del referendum. Ministri, funzionari, aziende che collaborano all'organizzazione del voto sono minacciati di sanzioni penali. Un clima pesante che nelle ultime ore ha innescato la prima grave crisi politica per Puigdemont.

Il presidente catalano ha silurato in poche ore il ministro regionale Jordi Baiget, che ieri aveva espresso dubbi sulla effettiva tenuta del referendum, in quanto, secondo lui, lo stato spagnolo "è troppo forte". Esponente storico del PDeCAT di Puigdemont, vicino all'ex presidente Artur Mas, Baiget ha dato voce ai dubbi e ai timori di altri membri moderati del governo catalano. In un'intervista aveva fatto capire di temere non tanto di "finire in prigione", quanto le sanzioni economiche contro il patrimonio familiare. La magistratura spagnola ha già ipotizzato oltre a sanzioni penali anche la possibilità di procedere contro i responsabili catalani perché paghino di tasca loro le spese del referendum. La strategia della terra bruciata di Madrid, e di intimidazione di politici e funzionari, sembra avere effetto.

Il governo spagnolo ha anche diffidato mille sindaci catalani dal cooperare con il voto. Ma nonostante la crisi innescata dal caso Baiget, e la rivolta di parte del proprio partito, e malgrado la fortissima pressione di Madrid, Puigdemont è deciso ad andare avanti. Oggi ha ribadito che il referendum "si farà" e che sarà "ufficiale e vincolante", fondato sulle norme giuridiche internazionali. La legge sul referendum, secondo la bozza, avrà valore "supremo" in nome della "sovranità catalana", che Madrid contesta, e si imporrà sulle leggi spagnole. Il voto, afferma, sarà vincolante anche senza un quorum minimo di partecipazione degli elettori. Così, in un clima surreale, con la stessa apparente granitica certezza, Puigdemont continua a garantire che il referendum "si farà!", e Rajoy che "non si farà!". E la sola certezza è che l'estate in Catalogna sarà incandescente.

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