E' un momento difficile per Theresa
May, che anche sul dossier tasse in vista delle elezioni dell'8
giugno viene messa sotto pressione. La premier conservatrice ha
affermato che è sua "ferma intenzione" ridurre il carico fiscale
ma, ha sottolineato, "per le famiglie lavoratrici", non
comprendendo quindi le fasce di reddito più alte. Non la pensano
così due dei suoi più importanti ministri, il titolare agli
Esteri Boris Johnson e alla Difesa Michael Fallon, che invece
assicurano la volontà "assoluta" dei Tories di non far pagare
più tasse a nessuno. May ha cercato quindi oggi di serrare le
fila dentro il partito affermando che la posizione non è
cambiata e che resta quella descritta nero su bianco nel
manifesto: è previsto entro il 2020 un aumento della quota di
reddito non imponibile da 11.500 a 12.500 sterline e
l'innalzamento della aliquota massima del 40% dalla soglia di 45
mila a quella di 50 mila sterline.
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