Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

L'asse tra lo zar e il sultano sfida l'Occidente

L'asse tra lo zar e il sultano sfida l'Occidente

Putin riguadagna un alleato e Erdogan apre a cooperazione Difesa

10 agosto 2016, 12:24

Redazione ANSA

ANSACheck

Vladimir Putin,Recep Tayyip Erdogan © ANSA/AP

Vladimir Putin,Recep Tayyip Erdogan © ANSA/AP
Vladimir Putin,Recep Tayyip Erdogan © ANSA/AP

(di Mattia Bernardo Bagnoli)

   Tra lo zar e il sultano è scoppiata ufficialmente la pace. Dopo mesi di gelo, accuse reciproche e una sostenuta 'information war' da parte russa, i due nemici-amici sono dunque pronti a guardare al futuro. Ma c'è una frase, sibillina, pronunciata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan in piena conferenza stampa congiunta con il suo "caro amico" Vladimir Putin, destinata a tenere più di ogni altra cosa sulle spine Washington e Bruxelles. L'annuncio di Ankara di voler sviluppare una cooperazione con la Russia nel settore "dell'industria difensiva" e della produzione militare. Erdogan, in altri passaggi munifico di dettagli, qui è stato parco di subordinate.    

   Eppure, per un paese-chiave dell'Alleanza Atlantica come la Turchia, la 'glasnost' su una questione tanto delicata, soprattutto in tempi di quasi guerra fredda, dovrebbe essere all'ordine del giorno. Putin ha senz'altro apprezzato. Lo zar, infatti, non solo può ben sostenere - ad uso e consumo della propaganda interna, tonico gradito per le elezioni politiche di settembre - di aver vinto la mano di poker con il sultano, ma anche di aver portato a casa una rinnovata partnership con una nazione cruciale per gli interessi economico-geopolitici della Russia (l'esportazione del gas è uno di questi). Tanto è vero che Erdogan si è detto disponibile a portare l'intesa bilaterale a livelli persino "superiori" a quelli pre-crisi. Il che s'inserisce perfettamente nella 'strategia della pressione' varata dal Cremlino nei confronti del blocco euro-atlantico.

   Un "asse" - espressione di Erdogan - fra Mosca e Ankara, al di là dei normali rapporti di buon vicinato, sarebbe infatti una vittoria per Putin, anche in chiave della complessa partita per la soluzione della crisi siriana. E se è vero che l'incontro tra i due era in preparazione da mesi, facilitato dai servigi dell'imprenditore turco Cavit Çağlar, ben connesso con le alte sfere russe, e dalla mediazione del presidente kazako Nursultan Nazarbaiev, resta un fatto: la visita a Putin è il primo viaggio all'estero di Erdogan dalla notte del tentato golpe (quando Putin, e lo stesso Nazarbaiev, 'bruciarono' gli alleati Nato nell'esprimere sostegno al presidente turco). Insomma, se un paese tradizionalmente amico come l'Ucraina si è distanziato da Mosca, il rischio è che la Turchia post-golpe invece se ne avvicini, foss'anche solo per alzare la posta nella partita negoziale con Ue e Usa. Per Putin sarebbe comunque una vittoria e chiuderebbe a punteggio pieno l'azzardo dell'apertura 'dell'arco di crisi' sul fronte sud

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza