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Nizza: Valls, accuse su videosorveglianza sono indegne

Cazeneuve, ha parlato di "gravi accuse" e annunciato una querela

Dopo le accuse di Sandra Bertin, la responsabile della videosorveglianza di Nizza, in merito alle presunte pressioni del governo affinché mentisse sul posizionamento della Police Nationale, il premier francese Manuel Valls denuncia una "polemica puramente politica che punta a destabilizzare il governo" e ribadisce il suo appoggio al ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve. "Tutto questo è indegno", ha continuato Valls intervistato questa mattina da BFM-TV-Radio RMC. Domenica, anche il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, ha parlato di "gravi accuse" e annunciato una querela per "diffamazione".

Intervistata dal Journal du Dumanche, Sandra Bertin, il capo del centro di supervisione urbana (Csu) di Nizza, ha detto che all'indomani della strage è stata tenuta "per un'ora al telefono" da un funzionario del ministero dell'Interno che le ha commissionato un rapporto sul dispositivo di sicurezza sulla Promenade des Anglais chiedendole di indicare la presenza della Police Nationale "che però io non vedevo sullo schermo".

Dopo lo scoop dei giorni scorsi di Libération sulla presenza dei soli vigili urbani al primo posto di blocco della Promenade, sono così riesplose le polemiche contro il governo. Secondo Sandra Bertin, che la sera del 14 luglio era di servizio, un rappresentante del ministero dell'Interno le ha chiesto di segnalare la presenza della Police Nationale nei luoghi dell'attacco. "Ho (...) avuto a che fare con una persona che andava molto di fretta e che mi ha chiesto un resoconto in cui dovevo segnalare la presenza della polizia municipale, delle barriere, e di precisare bene che (nelle immagini della videosorveglianza, ndr.) si vedeva anche la Police Nationale in due punti del dispositivo di sicurezza. Ho risposto che avrei indicato solo quello che vedevo". "Può anche essere che la Police Nationale ci fosse, ma in ogni caso non mi è apparsa sui video".

Sempre secondo la sua testimonianza al Journal du Dimanche, l'interlocutore di Parigi le ha allora chiesto di inviargli via mail "una versione modificabile del rapporto". "Mi hanno tormentata per un'ora, mi è stato ordinato di indicare delle posizioni specifiche della Police Nationale che io non vedevo sullo schermo", deplora la funzionaria e sindacalista della SAFPT, aggiungendo: "Alla fine ho inviato via mail una versione PDF non modificabile e un'altra modificabile".

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