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Nizza: capo videosorveglianza, pressioni da governo

Cazeneuve denuncia agente

Sono accuse pesanti, una nuova imbarazzante tegola per il governo francese dopo la strage del 14 luglio. Intervistata dal Journal du Dumanche, in edicola oggi, Sandra Bertin, il capo del centro di supervisione urbana (Csu) di Nizza, dice che all'indomani della strage è stata tenuta "per un'ora al telefono" da un funzionario del ministero dell'Interno che le ha commissionato un rapporto sul dispositivo di sicurezza sulla Promenade des Anglais chiedendole di indicare la presenza della Police Nationale "che però io non vedevo sullo schermo".

Il governo francese contrattacca dopo le accuse di Sandra Bertin, la responsabile della videosorveglianza di Nizza, sulle presunte pressioni del ministero dell'Interno dopo la strage del 14 luglio per indicare la presenza di uomini della Police Nationale che lei però non aveva visto nello schermo. In una nota, il ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve, parla di "gravi accuse" e annuncia una querela per "diffamazione".

"Ho fatto appello alla riserva operativa della gendarmeria e della polizia, 15.000 uomini e donne saranno mobilitati, dalla fine di questo mese" per integrare il dispiegamento di sicurezza sul territorio nazionale: lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, nel corso di una dichiarazione solenne dall'Eliseo. La Francia farà "piena chiarezza" sulla strage del 14 luglio, ha aggiunto, rendendo noto che dodici vittime dell'attentato di Nizza "lottano ancora per la vita" ricoverati in ospedale.

Il killer di Nizza sembra aver premeditato il suo atto "molti mesi prima di passare all'azione" e aveva dei complici: lo dice il procuratore di Parigi, Francois Molins.

Dopo le polemiche legate alle falle nel dispositivo di sicurezza per la cerimonia dei fuochi d'artificio del 14 luglio sulla Promenade des Anglais, il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha ordinato all'Ispettorato generale della Police Nationale di avviare "una valutazione tecnica del dispositivo di sicurezza" messo in campo quel giorno a Nizza.

L'inchiesta amministrativa dell'Ispettorato "consentirà di stabilire la realtà del dispositivo, in un momento in cui continuano polemiche inutili", afferma il ministro in una nota, parlando di un'iniziativa di "trasparenza e verità".

Oggi, in prima pagina, il quotidiano Libération denuncia nuove falle nel dispositivo di sicurezza del 14 luglio. Per il giornale, il governo ha mentito dicendo che la zona era presidiata dalla Police nationale, secondo foto e testimonianze - assicura Libé - una sola auto della polizia municipale (e non nazionale) sorvegliava l'accesso alla zona chiusa al traffico della Promenade des Anglais da cui è arrivato il camion del terrorista. "Una controverità", secondo Cazeneuve.

E dopo il lungo fermo prima a Nizza e poi presso la sezione antiterrorismo di Levallois-Perret, alle porte di Parigi, i cinque sospetti fermati nel quadro dell'indagine sull'attentato di Nizza sono stati trasferiti al palazzo di giustizia della capitale per la prima comparizione davanti al giudice. Si tratta di quattro uomini e una donna. Il sesto fermato è stato rilasciato.

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