Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mondo
  1. ANSA.it
  2. Mondo
  3. Europa
  4. Francia:riforme, lascia il ministro Taubira

Francia:riforme, lascia il ministro Taubira

Era contraria a quella costituzionale, la sostituisce Urvoas

Si è infilata un piumino nero, poi il casco, quindi ha inforcato la bici: così se n'è andata Christiane Taubira, la ministra della Giustizia che aveva finora accompagnato tutto il mandato di François Hollande. Da tempo in disaccordo con la linea dura del primo ministro Manuel Valls, non si è piegata alla discussa svolta per la sicurezza, non ha voluto mettere la sua firma sotto la riforma che introdurrà lo stato d'emergenza nella Costituzione.

Da tempo, Christiane Taubira, 63 anni, nata in Guyana, era nel mirino della destra. Che oggi l'ha salutata definendola "il peggior ministro del governo", mentre il Front National - una cui esponente la insultò paragondola a una scimmia tre anni fa - ha esultato: "finalmente una buona notizia per la Francia". Personaggio dal carattere difficile e poco incline al compromesso, Taubira - che conducendo in porto la legge sulle nozze gay divenne un'icona della sinistra più radicale - era sul piede di partenza da mesi. A dicembre l'addio sembrò cosa fatta quando annunciò a una radio algerina che il provvedimento della riforma più indigesto - a lei e alla sinistra che contesta il governo - quello sulla revoca della nazionalità in caso di terrorismo o altro reato grave contro lo stato, sarebbe stato stralciato. Due giorni dopo Hollande la sconfessò clamorosamente confermando quel punto cardine della legge ma Taubira rimase al suo posto. Valls - al quale ormai quasi non rivolgeva più la parola - al rientro al lavoro a gennaio l'estromette di fatto dalla preparazione della legge costituzionale sulla sicurezza. E la ministra ha scelto di andarsene proprio il mattino del giorno in cui la riforma che non voleva sottoscrivere è approdata in commissione legislativa dell'Assemblea nazionale. "Scelgo - sono state le sue ultime parole da ministra - di essere fedele alle mie convinzioni".

Ai terroristi, "non si deve concedere nessuna vittoria, né militare, né diplomatica, né politica, né simbolica". Fedele a se stessa e a Aimé Cesaire, il poeta della sua terra, di cui ha citato - andandosene - i versi: "non consegneremo il mondo agli assassini dell'alba". Voltata pagina, Hollande - che ha firmato le dimissioni appena rientrato oggi dalla visita di stato in India - ha puntato sull'uomo agli antipodi della ministra uscente: Jean-Jacques Urvoas, fedelissimo di Valls, estensore e relatore del progetto di riforma. Adesso che il giro di vite antiterrorismo sembra cosa fatta, il guardasigilli non poteva essere che lui, che nel dicembre 2013 fu artefice della legge di programmazione militare, nel dicembre 2014 della legge antiterrorismo, vicino ai servizi di informazione. Valls, al quale è legatissimo, non ha voluto stravincere oggi. E ha annunciato subito dopo le dimissioni della "nemica" Taubira che nella legge non ci sarà il riferimento a lei inviso sulla revoca della nazionalità ai francesi con doppia cittadinanza. Ma ha ammesso che la Francia ratificherà il trattato che vieta di creare apolidi, quindi - nei fatti - soltanto chi ha più di un passaporto potrà essere privato della nazionalità francese. Il premier ha precisato che "chiunque", anche chi è solo francese, potrà però incorrere in altre sanzioni di revoca di diritti, quali il diritto di voto, attivo e passivo. In serata, il Consiglio di stato ha chiuso il cerchio, respingendo la richiesta della Lega per i diritti umani che esigeva la revoca dello stato d'emergenza decretato dopo gli attentati del 13 novembre. Adesso la Francia è pronta alla riforma Costituzionale.

      RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

      Video ANSA



      Modifica consenso Cookie