Veniva pagata per pubblicare online
sui più diversi siti e blog commenti che rispecchiassero il
punto di vista del Cremlino. Adesso, dopo essere stata
licenziata, ha deciso di vuotare il sacco e ha citato in
giudizio 'Ricerca Internet': la società che l'aveva assunta
(senza regolare contratto) pagandola circa 700 euro al mese in
cambio di turni di "lavoro" giornalieri di 12 ore.
A raccontare la sua storia al quotidiano Kommersant è
Liudmila Savchuk, una donna di 34 anni di San Pietroburgo, che
adesso ha anche fondato un movimento contro la cosiddetta
'fabbrica dei troll' del Cremlino: 'Informatsionni Mir', che può
essere tradotto sia come 'mondo dell'informazione', sia come
'informazione di pace' in contrasto con la 'informazione di
guerra' lanciata dal governo di Mosca per il conflitto in
Ucraina.
Il caso di Liudmila Savchuk verrà esaminato da un tribunale
di San Pietroburgo il primo giugno e a rappresentare la donna
saranno i legali dell'organizzazione per la difesa dei diritti
umani 'Kommanda-29', secondo cui la causa contro 'Ricerca
Internet' serve a "costringere" questa "organizzazione alquanto
segreta" a uscire allo scoperto permettendo ai legali di
chiedere che siano resi noti i documenti della società.
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