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Ucraina, si dimette il premier, elezioni vicine

Renzi, allineati a G7 ma attenti toni guerra fredda

Terremoto politico nell'Ucraina in piena crisi con la ribellione dei separatisti dell'est. Il primo ministro ucraino Arseni Iatseniuk ha annunciato le sue dimissioni dopo la fuoriuscita di due partiti dalla coalizione parlamentare, il partito Udar dell'ex campione di boxe Vitaliy Klitschko e il partito nazionalista Svoboda, che hanno abbandonato la coalizione stamattina. La decisione di Iatseniuk apre la porta a elezioni legislative anticipate. Secondo la legge ucraina, si voterà se entro 30 giorni il Parlamento non riuscirà a formare una nuova coalizione in grado di governare. Il presidente della camera Oleksandr Turcinov ha chiesto ai due partiti fuoriusciti di presentare entro domani le loro candidature per un eventuale incarico di premier ad interim.

Il colpo di scena nella politica ucraina già segnata dalla profonda crisi con i ribelli autonomisti dell'est, segna un'ennesima frattura, stavolta all'interno dello schieramento filo-occidentale. Il presidente ucraino Petro Poroshenko, in un comunicato sul sito della presidenza, ha definito la fuoriuscita dei due partiti dall'esecutivo "un segno che una parte dei parlamentari sente ed è guidata dagli umori della gente ... che vuole un totale rimodellamento del sistema di potere".

Poroshenko ha inoltre avvertito che il collasso della coalizione non deve impedire al parlamento di votare leggi cruciali che prevedono, tra l'altro, incrementi di spese per il funzionamento dell'esercito e per ricevere ulteriori finanziamenti dalle istituzioni internazionali. Dopo aver dato le dimissioni Iatseniuk, brillante economista di 40 anni, ha rivolto forti critiche ai parlamentari che oggi non sono stati in grado di approvare due leggi: una prevedeva incrementi fiscali per reindirizzare le entrate per spese militari, l'altra consentiva l'accesso di investitori occidentali nella gestione dei gasdotti ucraini. "Il crollo della coalizione avrà conseguenze", ha preannunciato Iatseniuk, instillando il dubbio che in vista della campagna elettorale i partiti non avranno la volontà di votare leggi "poco popolari". Secondo politologi ucraini, Iatseniuk comunque rimarrà in carica come premier ad interim fino alle elezioni anticipate.

Dopo la fuga dell'ex presidente Viktor Yanukovic, l'Ucraina in maggio ha eletto il nuovo capo di stato. Invece la composizione del parlamento era rimasta intatta, con rappresentanti del Partito delle regioni di Yanukovic e del Partito comunista accusati di sostenere separatisti filorussi in Ucraina orientale.

Oggi intanto il tribunale di Kiev ha iniziato la procedura penale contro il Partito comunista per la causa presentata dal Ministero della giustizia: esponenti del partito sono accusati di "sostegno all'annessione russa della Crimea" e di partecipazione alla creazione delle "repubbliche autoproclamate" di Lugansk e Donetsk. Nell'est del Paese intanto continua l'offensiva dell'esercito ucraino. Le forze armate, secondo il portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza e di difesa Andri Lisenko sono entrate nella città di Lisichansk (regione di Lugansk) circondando i ribelli. Secondo Lisenko, oggi milizie appoggiate da uomini del Cremlino hanno liberato 150 prigionieri da una delle colonie penali nella zona attualmente sotto il loro controllo.

 

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