Prosegue senza sosta il declino
delle nascite in Giappone, una tendenza che si è andata
accentuando dall'inizio della pandemia del coronavirus. In base
ai dati del ministero della Salute nipponico, il tasso di
gravidanza delle donne giapponesi, nei tre mesi a partire da
maggio, è sceso dell'11,4% rispetto al periodo di riferimento di
un anno fa. L'emergenza sanitaria ha ridimensionato
ulteriormente le prospettive di crescita dell'economia in un
momento in cui il Paese già si trovava a fare i conti con
l'aumento dei costi della previdenza sociale, a fronte del
progressivo invecchiamento della popolazione.
In Giappone, circa il 28% della popolazione ha più di 65 anni
di età, e il numero dei nuovi nati nel 2019 era sceso ai livelli
record a quota 865.000. Tra le misure imposte dal governo, per
prevenire la diffusione dell'agente patogeno, ci sono le
restrizioni alle visite negli ospedali e i limiti agli
spostamenti per le donne che vogliono tornare nelle loro città
natali per il parto.
Considerata l'attuale congiuntura economica e l'inasprimento
del mercato del lavoro, la ricerca ritiene che molte coppie
abbiano deciso di posticipare a tempo indefinito la decisione di
avere figli, tenendo in considerazione anche l'attuale
incertezza sulla ricerca di un vaccino. Il tasso di fertilità
delle donne in Giappone, è di appena l'1,36: inferiore alla
soglia minima di 2,07, considerata necessaria a garantire il
ricambio generazionale, e secondo gli analisti è destinato a
scendere ulteriormente a causa della pandemia.
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