"Quando siamo partite, quasi
nessuna di noi riusciva a raccontare la sua storia fino in
fondo: oggi abbiamo ritrovato la nostra voce e continueremo a
parlare, fino a quando non ci sarà un cambiamento sostanziale.
Non siamo noi a doverci vergognare: la vergogna deve colpire i
colpevoli, e la società che continua a proteggerli": questa
dichiarazione di Vindra, madre di una ragazzina ripetutamente
violentata nel 2014, quando aveva solo nove anni, è solo una tra
le tante testimonianze delle cinquemila donne indiane vittime di
violenza e abusi sessuali, o parenti di vittime, che ieri sera
hanno raggiunto Delhi, al termine della Garima Yatra, la Marcia
della dignità.
L'iniziativa, promossa dalla Rashtriya Garima Abhyan, una
coalizione di organizzazioni della società civile che si batte
contro la discriminazione verso le caste meno privilegiate e la
violenza di genere, era partita da Mumbai lo scorso 20 dicembre.
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