Asia Bibi, la cristiana pakistana assolta definitivamente dall'accusa di blasfemia, sarebbe in queste ore ancora sotto protezione. Resta l'ipotesi che a giorni possa lasciare il Pakistan per un piccolo paese del Canada. E' quanto si apprende da fonti vicine alla famiglia. Già le figlie si sono trasferite in Canada da alcune settimane mentre il marito sarebbe ancora con lei in una località segreta, in attesa di un trasferimento che possa svolgersi in sicurezza.
Intanto i cristiani in Pakistan apprezzano la decisione della Corte suprema. "I cittadini cristiani, amanti della pace, hanno subito elevato preghiere del ringraziamento a Dio per la conclusione di questa dolorosa vicenda" dice a Fides p. Bonnie Mendes, anziano sacerdote e esperto di diritti umani in Pakistan; fra Qaisar Feroz, segretario esecutivo della Commissione episcopale delle comunicazioni sociali parlando invece dichiara: "La decisione della Corte Suprema sull'assoluzione di Asia Bibi è una pietra miliare nella storia del Pakistan per sradicare il fondamentalismo religioso".
La Corte Suprema del Pakistan ha confermato mercoledì l'assoluzione di Bibi. Secondo il giudice Asif Saeed Khosa, presidente dei tre membri della Corte chiamati a rivedere il caso, il firmatario del ricorso "non è stato in grado di individuare alcun errore nel verdetto della Corte Suprema che ha assolto Asia Bibi".
Durante l'udienza l'avvocato Ghulam Ikram, legale del ricorrente Qari Muhammad Salaam, aveva chiesto che a giudicare la richiesta fosse un tribunale più ampio che includesse anche religiosi islamici e ulema. Dura la risposta del presidente: "Il verdetto è stato emesso sulla base di testimonianze. Secondo l'Islam una persona dovrebbe essere punita anche se non è stata giudicata colpevole? Ci dimostri cosa c'è di sbagliato nel verdetto".
"L'innocenza di Asia Bibi è confermata, l'incubo è finito! Dopo le ingiuste accuse e il carcere, per la sola 'colpa' di essere cristiana, ora ha il diritto di rifarsi una vita in sicurezza con la sua famiglia. Ringrazio tutti quelli che hanno contribuito a fare giustizia". Così in un tweet il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.