L'attivista taiwanese Lee Ming-che
si e' dichiarato colpevole oggi del reato di sovversione del
potere dello Stato cinese davanti a un tribunale di Yueyang
(centro) nel primo processo nel Paese a un dipendente di
un'agenzia non-profit da quando Pechino ha irrigidito i
controlli sulle organizzazioni non governative straniere.
"Ho diffuso articoli che hanno attaccato in modo ostile il
Partito comunista cinese, il sistema cinese attuale e il governo
cinese", ha detto l'attivista. Lee era accusato di sovversione
del potere dello Stato, un'accusa vagamente definita e spesso
usata dalle autorità per ridurre al silenzio i dissidenti e
incarcerare le persone critiche del governo.
L'attivista dava lezioni online sul processo di
democratizzazione di Taiwan e gestiva un fondo per le famiglie
dei prigionieri politici in Cina. Prima dell'inizio del
processo, sua moglie non aveva escluso la possibilità che Lee
sarebbe stato costretto dalle autorità a dichiararsi colpevole.
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