La visita del premier indiano Narendra Modi a Teheran, già di per sé storica perché da quindici anni un primo ministro dell'India non metteva piede nella Repubblica islamica, si è trasformata in un summit con l'Iran e l'Afghanistan per ridisegnare le rotte del commercio dell'Asia centrale e occidentale, a scapito dell'asse formato tra Pakistan e Cina.
Nei lussuosi saloni dell'ex palazzo della dinastia Palhevi, il Sadabaad a nord di Teheran, il premier indiano Modi, il presidente iraniano Hassan Rohani, e il presidente dell'Afghanistan Ashraf Ghani, giunto appositamente da Kabul, hanno firmato un accordo trilaterale per potenziare il porto di Chabahar, già zona di libero scambio nel sud dell'Iran e trasformarlo in uno snodo strategico dei commerci tra i tre Paesi coinvolti e le altre nazioni centro-asiatiche, Russia compresa.
Insieme, i tre, hanno poi tenuto una conferenza stampa per sottolineare l'importanza strategica del documento appena siglato. Il porto di Chabahar, che si affaccia sul mare di Oman, diventerà il diretto rivale e l'alternativa al porto pakistano di Gwadar, costruito dai cinesi, che si trova a poche decine di chilometri di distanza, oltre il confine. Attraverso il porto iraniano e corridoi di trasporto e di transito, Iran, Afghanistan e India potranno sviluppare i loro commerci diretti, senza più la necessità di passare dal Pakistan. Per l'India, Chabahar rappresenta l'opportunità di entrare nei grandi appalti della ricostruzione dell'Afghanistan, dove la Cina si è già posizionata con la sua base pakistana. Il governo di New Delhi parteciperà con forti investimenti nella costruzione del nuovo hub commerciale.
Se Chabahar era in cima all'agenda della visita a Teheran del premier indiano, Modi ha comunque avuto modo di trattare, nei colloqui bilaterali con il presidente iraniano Rohani, una serie di accordi economici nel settore energetico, tra cui l'esplorazione e l'espansione del sito petrolifero iraniano di Farad-B. In un'altra conferenza stampa, stavolta a due, Modi e Rohani hanno parlato di un salto di qualità nei rapporti tra i loro Paesi, rimasti al palo, ovvero "solamente ad un livello commerciale" durante il periodo dell'embargo. In serata, il premier indiano ha incontrato anche la Guida suprema, l'ayatollah Khamenei.
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