ROMA - L'Indonesia di nuovo nel mirino delle associazioni per i diritti umani. Che chiedono all'Esercito di fermare i test sulla verginità - descritti come "discriminatori e invasivi" - per le aspiranti reclute. Una pratica definita "necessaria" dai militari per valutare la loro "mentalità" e assicurarsi che non si siano comportate da "birichine".
"Se non sono più vergini", ha detto al Guardian il portavoce dell'esercito indonesiano Fuad Basya, "significa che sono delle birichine e che la loro mentalità non è adatta".
Human Rights Watch ha detto che gli esami - condotti normalmente dai medici dell'esercito con un semplice test 'manuale' per assicurarsi che l'imene sia ancora intatto - sono una forma di violenza di genere e che non hanno nessuna validità scientifica. I militari, dal canto loro, hanno rigettato le critiche e hanno detto che continueranno i test, considerati "essenziali"
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