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Filippine, liberati gli ostaggi tedeschi. Bild: "Pagato riscatto di 4,4 milioni di euro"

Abu Sayyaf aveva chiesto 4,3 milioni per la salvezza dei due

La Germania avrebbe pagato 4,4 milioni di euro per la liberazione dei due ostaggi tedeschi rapiti nella Filippine sei mesi fa dal gruppo di estremisti islamici Abu Sayyaf. Lo sostiene il tabloid tedesco Bild che ha intervistato Stefen Okonek, medico di 72 anni e la sua compagna Henrike Dielen 55, poche ore dopo la loro liberazione. Su eventuale riscatto e dinamica a Berlino per il momento si tace, ma secondo le fonti del giornale la cifra pagata sarebbe 100mila euro in più di quella chiesta dai rapitori. ù Intanto la coppia rapita il 25 aprile ha cercato di ricordare quei drammatici momenti descrivendo i suoi rapitori come "molto aggressivi e violenti". "Soprattutto all'inizio erano molto aggressivi e ci picchiavano", hanno raccontato a Bild . La coppia era stata rapita mentre navigava sulla loro barca a vela al largo dell'isola di Palawan da "uomini con l'uniforme da poliziotti" che li hanno avvicinati "con il pretesto di effettuare delle verifiche".

Dopo 6 mesi di inferno nella giungla, in condizioni di vita disumane, i due turisti tedeschi tornano finalmente a casa. L'ultimo disperato appello risaliva a due giorni fa: "Mi uccideranno venerdì. Hanno scavato una fossa, e me l'hanno mostrata, dicendo che è per me", aveva detto il medico alla radio. Nelle settimane precedenti era stata la donna a raccontare, invece, di come la vita nella giungla fosse durissima: le notti all'aperto al freddo, assediati dai moschitos e privati delle medicine indispensabili al compagno. Nato negli anni '90 nel sud delle Filippine col sostegno di al Qaida, Abu Sayyaf vuole separare le isole popolate dai musulmani dal resto del Paese e farne uno stato islamico. Da qualche mese si dice alleato dell'Isis. E fra le sue rivendicazioni c'era anche la pretesa politica che Berlino rivedesse la sua strategia in Iraq e Siria contro i miliziani musulmani. "Sperano che li aiutino economicamente. Perché li abbiamo isolati da ogni possibile sostegno finanziario", ha affermato oggi Joselito Kakilala, capo della strategia militare delle Filippine, spiegando le ragioni dell'alleanza con l'Isis. Secondo i media tedeschi, il gruppo ha ancora diversi prigionieri nelle mani: si parla di almeno due olandesi e due malaysiani.

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