Migliaia di persone hanno
manifestato ieri a Quito ed in altre importanti città
dell'Ecuador contro il governo, in marce che sono state
sostanzialmente pacifiche, ma che nel centro della capitale si
sono concluse con qualche incidente fra dimostranti e polizia.
La mobilitazione era stata convocata dal Fronte unitario dei
lavoratori (Fut), e da organizzazioni di insegnanti e studenti,
per chiedere al governo del presidente Lenin Moreno di "mettere
fine ai licenziamenti, non tagliare il bilancio della sanità e
dell'educazione, non vendere aree strategiche e non
privatizzare".
Al termine della giornata, il direttore generale del
Dipartimento di Sicurezza cittadina e Ordine pubblico della
polizia ecuadoriana, generale Pablo Rodríguez, ha confermato che
si sono svolte nel Paese 20 marce e 13 picchetti, a cui hanno
partecipato "4.150 persone". "Alcune persone sono state
arrestate - ha precisato - ma non abbiamo avuto segnalazione di
feriti".
Secondo gli organizzatori, tuttavia, l'adesione è stata molto
maggiore, ed ha costituito "un avvertimento per il governo a
correggere la sua politica economica e sociale fallimentare".
Gli unici incidenti sono avvenuti in serata a Quito quando,
all'arrivo sulla storica Plaza Santo Domingo, gruppi di
manifestanti con il volto coperto hanno lanciato pietre contro
un gruppo di agenti, generando una risposta delle forze
dell'ordine che li hanno dispersi con l'uso di gas
lacrimogeni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA