Migliaia di persone sono
scese in piazza ieri a Buenos Aires e in varie altre città
argentine per denunciare il "fallimento" della politica
governativa di contrasto della pandemia da coronavirus. Lo
riferisce l'agenzia di stampa statale Telam. Convocata
attraverso le reti sociali con l'hashtag #12O (12 ottobre) la
protesta è segnalata oggi dai media come la più importante
realizzata contro il governo del presidente Alberto Fernández da
quando il Covid-19 è divenuto emergenza nazionale. In auto o a
piedi, i manifestanti si sono concentrati con bandiere e
cartelli nell'emblematico Obelisco al centro della capitale
argentina, gridando slogan ostili al governo e alle restrizioni
imposte per la pandemia. Molti di essi hanno partecipato alla
mobilitazione ostentatamente senza mascherine. Secondo
l'ultimo rapporto del ministero della Sanità, i contagiati da
marzo sono 903.730, collocando l'Argentina al 6/o posto al mondo
dopo Usa, India, Brasile, Russia e Colombia. La mortalità
(24.186) è invece in proporzione relativamente bassa.
L'opposizione di centro-destra ha aderito ufficiosamente alla
protesta, elogiata dall'ex presidente Mauricio Macri e dalla ex
ministra dell'Interno, Patricia Bullrich. Oltre che a Buenos
Aires, i dimostranti si sono riuniti anche davanti alla
residenza presidenziale di Olivos, e a quella nella capitale
della vicepresidente, Cristina Kirchner. Nell'interno, i
cittadini sono scesi in piazza a Mar del Plata, Rosario, La
Plata, Córdoba, Corrientes, Salta, Santa Fe, San Luis e
Bariloche. Via radio il vice-governatore della capitale, Diego
Santilli, ha rivolto un appello alla moderazione e alla
prudenza: "La pandemia è ancora in crescita, non abbiamo il
vaccino per cui, anche se manifestare è un diritto, chiediamo a
coloro che scendono in piazza di farlo rispettando i
protocolli".
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