Il nuovo presidente colombiano Ivan
Duque, insediatosi ieri nel potere a Bogotà come successore di
Juan Manuel Santos, ha illustrato con un discorso di circa
un'ora i propri propositi di governo, sottolineando che in
futuro "né il narcotraffico, né il sequestro potranno essere
giustificati con finalità politiche, né come meccanismi per
finanziarsi o promuovere una qualsivoglia causa".
A questo proposito, ha detto in diretta tv che fra i progetti
immediatamente presentati al Palamento uno espressamente
proibirà che "i gruppi armati illegali che sequestrano e
trafficano droga pretendano di ottenere benefici mimetizzando i
loro delitti con cause ideologiche".
L'allusione è alle condizioni previste nell'Accordo di pace
firmato dal governo di Santos con le Forze armate rivoluzionarie
della Colombia (Farc), trasformatesi ora in formazione politica.
Ma il progetto di legge di Duque, sottolineano gli analisti,
varrà solo a futuro e non per quanto già firmato in passato.
Riferendosi all'altro dossier ereditato riguardante le
prospettive di una trattativa con l'altra guerriglia
dell'Esercito di liberazione nazionale (Eln) che proseguono da
30 mesi, il capo dello Stato ha annunciato un attento esame ed
enfatizzato: "Voglio che sia molto chiaro che un processo
credibile deve avere come base una cessazione totale delle
azioni criminali, con stretta supervisione internazionale e
tempi definiti".
Infine Duque ha detto che intende "correggere pecche
strutturali manifestatesi nella applicazione" (dell'Accordo con
le Farc) e che rafforzerà le politiche di smobilitazione,
disarmo e reinserimento "della base guerrigliera".
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