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Ex presidente Gambia scappa con la cassa, l'1% del Pil

Ex presidente Gambia scappa con la cassa, l'1% del Pil

Jammeh in Guinea Equatoriale con più di 11 milioni di dollari

24 gennaio 2017, 17:00

Redazione ANSA

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ECOWAS Senegalese troops arrive at Gambia 's presidential palace [ARCHIVE MATERIAL 20170123 ] - RIPRODUZIONE RISERVATA

ECOWAS Senegalese troops arrive at Gambia 's presidential palace [ARCHIVE MATERIAL 20170123 ] - RIPRODUZIONE RISERVATA
ECOWAS Senegalese troops arrive at Gambia 's presidential palace [ARCHIVE MATERIAL 20170123 ] - RIPRODUZIONE RISERVATA

A più di un mese e mezzo dalle elezioni presidenziali che lo hanno visto sconfitto dal suo avversario Adama Barrow,  Yahya Jammeh ha abbandonato il Gambia che teneva in pugno da 22 anni ed è riparato nella Guinea Equatoriale. Ma non a mani vuote. A bordo di un aereo cargo appositamente arrivato dal Ciad e da alcuni giorni fermo su una pista dell'aeroporto di Banjul, ha imbarcato più di 11 milioni di dollari, raccolti sembra nelle ultime due settimane svuotando le casse statali, auto di lusso e gioielli.

A denunciarlo, la notte scorsa, è stato un collaboratore di Barrow, attualmente ancora in Senegal dove era riparato dopo il minaccioso rifiuto di Jammeh di ammettere la sconfitta elettorale. Ora il presidente legittimo dovrebbe rientrare a Banjul ("entro una settimana", ha detto a una televisione) e prendere la guida del Paese ma, ha tenuto a far notare da Dakar il suo consigliere Mai Ahmad Fatty, "il Gambia è di fatto in bancarotta. Le casse sono praticamente vuote. Ce lo hanno confermato i tecnici del ministero delle finanze e la Banca centrale del Gambia".

Poche ore prima della sua partenza, le Nazioni Unite, l'Unione Africana (Ua) e la Comunità dei Paesi dell'Africa occidentale (Ecowas) avevano garantito a Jammeh che avrebbe potuto tornare in patria quando voleva e che non ci sarebbero state rappresaglie neanche nei confronti dei suoi familiari e dei suoi collaboratori. Ora però la situazione potrebbe cambiare drasticamente. Comunque Jammeh non ha scelto a caso il Paese dove andare in esilio. La Guinea Equatoriale infatti, piccolo paese ricco di petrolio, non aderisce alla Corte Penale Internazionale (Cpi) e quindi l'ex presidente non rischia di essere estradato per le violazioni dei diritti umani di cui viene accusato da oppositori e organizzazioni umanitarie. Inoltre la Guinea Equatoriale ha il presidente da più tempo al potere in un Paese africano. Teodoro Obiang, 74 anni, è in carica dal 3 agosto 1979, quando con un colpo di stato militare abbatté il regime autoritario di suo zio Francisco Macías Nguema. L'anno scorso è stato rieletto con il 93% dei voti benché suo figlio sia sotto processo in Francia per corruzione, accusato di aver speso milioni di soldi dello stato per fare una vita da nababbo.

Contro di lui e contro la decisione di accogliere l'ex presidente del Gambia si è levata oggi con forza la voce dell'opposizione. Il presidente Obiang - ha fatto sapere con un comunicato Andres Esono Ondo, segretario generale dell'opposizione 'Convergenza per la SocialDemocrazia' - verrà ritenuto responsabile "per tutto ciò che potrebbe accadere" in seguito alla presenza sul territorio della Guinea Equatoriale di Jammeh. Secondo l'opposizione quest'ultimo non dovrebbe avere la possibilità di ottenere asilo politico proprio per questo suo prolungato rifiuto di accettare il risultato della consultazione elettorale.

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