Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Mondo
  1. ANSA.it
  2. Mondo
  3. Africa
  4. Sirte quasi libera, ad Aleppo si combatte ancora

Sirte quasi libera, ad Aleppo si combatte ancora

Quartieri sud e ovest sotto controllo combattenti fedeli governo. Ad Aleppo ancora combattimenti: situazione più calma, ma non cessate ostilità

Il 70% di Sirte è libero dall'Isis, le bandiere nere del Califfato che prima sventolavano sui palazzi vengono date alle fiamme e la città sarà sotto il totale controllo delle milizie libiche fedeli al governo Sarraj "entro due giorni". Il giorno dopo la caduta del quartier generale dello Stato islamico, è iniziato l'assalto finale alla roccaforte dei jihadisti in Libia, mentre nei cieli proseguono i raid americani. Le forze al Bunyan al Marsous, fedeli a Tripoli, avanzano all'interno dei palazzi liberati, sui cui tetti una volta erano issati i vessilli del Califfato, ora rimpiazzati con le bandiere dell'indipendenza. E' l'inizio della rappresaglia contro il nemico, uno degli aspetti più simbolici di questa battaglia. Ed emblematico è anche l'appellativo con cui è stata battezzata l'ultima fase dell'operazione: 'Macomedes', l'antico nome di Sirte. Siamo nella "fase finale", ha annunciato il generale Mohamed el Ghasri, portavoce delle milizie, dopo l'attacco condotto dagli "eroi penetrati nelle sale del centro Ouagadougou, negli edifici governativi, nell'ospedale Ibn Sina, nell'Università, nei palazzi della Union Bank e della Commercial International Bank (Cib)".

Operazioni avviate con "carri armati, armi pesanti e leggere", ha aggiunto Ghasri, convinto che Sirte guadagnerà la sua libertà nei prossimi due giorni, dopo la bonifica. A fargli eco c'è il sindaco Mokhtar Khalifa: il 70% di Sirte è nelle nostre mani, ha annunciato all'Ap, precisando che i quartieri meridionali e occidentali sono sotto il controllo dei combattenti. Secondo il sindaco, "il sostegno internazionale ha fatto un'enorme differenza". Dal primo agosto, caccia e droni americani hanno condotto 36 attacchi sugli obiettivi dei jihadisti. Solo l'altro ieri "sette raid aerei Usa hanno colpito due camion con artiglieria pesante, una decina di postazioni di combattimento e alcuni veicoli di supporto" dei fondamentalisti. Tragico invece il bilancio dei morti. Dal lancio dell'operazione militare lo scorso maggio hanno perso la vita 360 'martiri' e i feriti sono migliaia.

In due giorni tra i miliziani si contano 17 vittime e 82 feriti. Il bilancio non comprende i due piloti del jet libico abbattuto , un'azione rivendicata dall'Isis sull'agenzia Amaq. Si ignorano invece al momento le perdite complessive fra i seguaci di al Baghdadi, mentre non si hanno notizie certe di vittime fra i civili. A fotografare la battaglia di Sirte ci sono le ultime istantanee sulla pagina Facebook dell'operazione dei combattenti di Tripoli e Misurata. I soldati appaiono sorridenti. Alcuni a bordo di un tank, vestiti in tuta mimetica, festeggiano la caduta del Centro Ouagadougou con le braccia alzate facendo il segno di vittoria. Molti sono giovanissimi. Altre istantanee ritraggono un complesso di edifici martoriati, altre ancora pick-up trasformati in mezzi di attacco.

La nuova missione adesso è la 'ripulitura' del Centro Ouagadougou da eventuali trappole, come mine e autobomba, per poi proseguire nell'offensiva finale contro gli ultimi bastioni dei seguaci del Califfo asserragliati in tre aree residenziali adiacenti al porto. Stando a fonti statunitensi citate dalla Bbc, l'Isis potrebbe ancora contare sull'appoggio di poco meno di 1.000 jihadisti, molti dei quali sarebbero foreign fighter o veterani dei conflitti in Siria ed in Iraq.

Aleppo allo stremo sotto le bombe

Ad Aleppo si continua a combattere, nonostante la tregua quotidiana di tre ore annunciata dalla Russia. Gli scontri e i bombardamenti sono solo diminuiti di intensità durante la mattinata, mentre l'Onu ribadisce che l'iniziativa russa non è sufficiente. E torna anche ad aleggiare lo spettro delle armi chimiche, con le Nazioni Unite che stanno investigando le accuse rivolte alle forze governative di aver bombardato i quartieri ribelli con il cloro. Fonti ospedaliere e della Difesa civile che opera nella parte orientale della città sotto il controllo degli insorti hanno affermato che nel tardo pomeriggio di ieri una donna e i suoi due figli di 4 e 10 anni sono morti soffocati da un gas, che si sospetta fosse appunto cloro, fuoriuscito da un barile bomba sganciato da un elicottero governativo sul quartiere di Zubdiya. A parte le prevedibili smentite di responsabili militari siriani, la stessa Difesa civile ha detto di non poter confermare indipendentemente la natura del gas. L'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha chiarito di non poter confermare l'episodio, aggiungendo che se fosse appurato l'utilizzo di cloro si tratterebbe di "un crimine di guerra". Le accuse reciproche sull'uso di gas sono frequenti.

Ieri, tra l'altro, Mosca ha affermato di avere distrutto una fabbrica di "munizioni chimiche" dell'Isis vicino a Raqqa in un raid di sei bombardieri strategici Tupolev-22M3 decollati dalla Russia. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) ha affermato che 30 persone sono rimaste uccise nei raid russi delle ultime 24 ore a Raqqa, di cui "non meno di 24 civili". La Turchia, intanto, membro della Nato e da anni nemica di Mosca nella guerra in Siria, ha proposto alla Russia di collaborare nei bombardamenti contro l'Isis. Una conferma del tentativo di riavvicinamento avviato con l'incontro a San Pietroburgo due giorni fa tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e quello russo Vladimir Putin. Ma successivamente il ministro degli Esteri di Ankara, Mevlut Cavusoglu, ha rettificato il tiro chiarendo che la proposta è per un "coordinamento" sugli obiettivi da colpire, e non operazioni congiunte in cui "i jet turchi e russi volino insieme".

Ad Aleppo, 15 degli ultimi 35 medici rimasti nella zona della città in mano ai ribelli (per una popolazione di quasi 300.000 persone) hanno scritto una lettera aperta al presidente Usa Barack Obama, chiedendogli di intervenire per fermare i bombardamenti che prendono di mira anche ospedali e cliniche. Ma parlando con l'ANSA dalla parte occidentale della città sotto il controllo governativo, padre Ibrahim Al Sabbagh, parroco dei cattolici di rito latino, ha lamentato che la stampa non presta lo stesso interesse ad episodi analoghi di cui si rendono responsabili i ribelli. "Nessuno - afferma il parroco cattolico - ha detto che tre giorni fa anche una clinica di Aleppo occidentale, quella delle suore di San Giuseppe dell'Apparizione, è stata bombardata e uno o due membri dello staff sono rimasti feriti". Rami Abdurrahman, responsabile dell'Ondus, ha detto che i combattimenti sono continuati  nel sud-ovest della città, nel quartiere di Ramouseh, anche nelle ore - tra le 10 e le 13 - in cui le armi avrebbero dovuto tacere secondo i piani russi. Padre Ibrahim ha confermato che durante la mattinata la situazione appariva "più calma di ieri", ma esplosioni si potevano sentire ancora in lontananza.

"L'acqua corrente - ha aggiunto il parroco - è tornata ieri dopo giorni di interruzione, ma solo a tratti, magari funziona per un'ora, poi se ne va, poi torna ancora per dieci minuti. L'elettricità invece proprio non esiste". De Mistura ha confermato che l'iniziativa russa non è sufficiente per portare aiuti umanitari ai civili, anche se ha aggiunto che Mosca si è mostrata disposta a discutere con l'Onu per "migliorarla". Ma il suo consigliere per gli affari umanitari, Jan Egeland, ha sottolineato che per rispondere ai bisogni della popolazione sarebbe necessaria una tregua di 48 ore ogni settimana.

        RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

        Video ANSA



        Modifica consenso Cookie