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Liceali Nigeria, presidente: ''Non posso promettere trovarle''

Liceali Nigeria, presidente: ''Non posso promettere trovarle''

Lo ha detto il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, ricordando il primo anniversario del rapimento di oltre 200 ragazze un anno fa in una scuola di Chibok

ROMA, 14 aprile 2015, 17:24

Redazione ANSA

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Un corteo di giovani nigeriane per ricordare il rapimento delle ragazze di Chibok © ANSA/AP

Un corteo di giovani nigeriane per ricordare il rapimento delle ragazze di Chibok © ANSA/AP
Un corteo di giovani nigeriane per ricordare il rapimento delle ragazze di Chibok © ANSA/AP

ROMA - "Non sappiamo se le ragazze che sono state rapite a Chibok possono essere salvate. La loro sorte resta sconosciuta. Per quanto vorrei, non posso promettere di trovarle". Lo ha detto il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, ricordando il primo anniversario del rapimento di oltre 200 ragazze un anno fa in una scuola di Chibok, nel nord est del paese, da parte di Boko Haram, secondo The Telegraph. "Ma io dico a ogni genitore, parente e amico che il mio governo farà tutto quanto in suo potere per riportarle a casa".

"Questo è il momento di riflettere sul dolore e la sofferenza delle vittime, dei loro amici e delle famiglie. I nostri pensieri, le nostre preghiere, e quelle di tutta la nazione nigeriana, sono con voi oggi". Lo ha detto Muhammadu Buhari presidente della Nigeria ricordando oggi il primo anniversario del rapimento di oltre 200 ragazze un anno fa in una scuola di Chibok, nello stato nigeriano del Borneo, nel nord est del paese. Lo riporta NbcNews.

Un anno fa rapite liceali, il mondo le ricorda

La Nigeria e il resto del mondo ricordano oggi con manifestazioni e messaggi di solidarietà il primo anniversario del rapimento, da parte di Boko Haram, di oltre 200 liceali in una scuola di Chibok, nello stato nigeriano del Borneo nel nordest del paese. Oggi una marcia di 219 ragazze, ognuna di loro rappresenterà una delle liceali rapite, attraverserà la capitale nigeriana di Abuja, riporta la Bbc. Manifestazioni simili sono state pianificate in altre capitali del mondo, tra cui Washington. Mentre a New York, l'Empire State Building sarà illuminato martedì notte, nell'ora in cui le ragazze sono state rapite, nei colori del viola e del rosso che simboleggiano la fine delle violenze contro donne e ragazze. Un messaggio di speranza arriva anche dall'attivista pakistana Malala Yousafzai, che in un appello alle liceali chiede loro di non perdere la speranza. Il Premio Nobel ha anche osservato che il presidente Goodluck Jonathan e la comunità internazionale, non hanno fatto abbastanza per salvare le liceali rapite. Intanto, gli attivisti, riporta Ap, hanno deciso di cambiare il loro slogan da 'Bring Back Our Girls - Now and Alive' a 'Never to be Forgotten'.

Amnesty, 2mila 'schiave' Boko haram costrette a combattere

Almeno 2mila donne e ragazze rapite dai Boko haram tra il 2014 ed oggi sono state ridotte in schiavitù sessuale e addestrate a combattere. Lo sostiene un rapporto di Amnesty International pubblicato oggi in coincidenza con l'anniversario del rapimento delle studentesse a Chibok. Basato su quasi 200 testimonianze, tra cui 28 donne e bambine, "Il regno del terrore di Boko haram", denuncia in 90 pagine molteplici crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi dal gruppo armato, tra cui l'uccisione di almeno 5500 civili nel nord-est della Nigeria a partire dal 2014. Aisha, 19 anni, ha raccontato di essere stata rapita nel settembre 2014 durante una festa di matrimonio. Con lei sono state portate via sua sorella, la sposa e una sua sorella. Le quattro sono finite in un campo a Gullak, nello stato di Adamawa, con un altro centinaio di rapite. Una settimana dopo, la sposa e sua sorella sono state costrette a sposare due combattenti. Aisha e le altre donne rapite sono state anche addestrate a combattere. "Spiegano come usare le armi - racconta Aisha -. A me hanno insegnato a sparare, a usare le bombe e ad attaccare i villaggi. L'addestramento è durato tre settimane, poi hanno iniziato a mandarci in azione. Io ho preso parte a un attacco contro il mio villaggio". Durante i tre mesi di prigionia, Aisha è stata stuprata ripetutamente, talvolta da gruppi di sei combattenti. Ha visto uccidere oltre 50 persone, tra cui sua sorella. Nuove immagini satellitari diffuse da Amnesty mostrano infine almeno 5900 strutture danneggiate o distrutte a Bama (circa il 70 per cento della città) da Boko haram nella sua ritirata prima che l'esercito riprendesse, nel marzo di quest'anno, il controllo della città.

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