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Spagna, 10 anni dallo stop alla lotta armata dell'Eta

I separatisti baschi riconoscono il dolore per le vittime, dibattito aperto

   Il 20 ottobre 2011 l'organizzazione terroristica basca Eta annunciò la fine della sua attività armata, dopo circa 50 anni di violenze che hanno provocato la morte di oltre 850 persone in Spagna. Un momento ricordato nel Paese iberico, a dieci anni di distanza, come occasione di riflessione collettiva sulle ferite ancora aperte e sul processo di riconciliazione sociale e politico sia nei Paesi Baschi sia su scala nazionale.
   
   Alla vigilia di questa ricorrenza simbolica, il dibattito politico e mediatico è incentrato sulla svolta della cosiddetta sinistra 'abertzale', ovvero l'area dei partiti considerati braccio politico del movimento separatista radicale basco: lo storico leader ed ex membro dell'Eta Arnaldo Otegi ha infatti detto ieri che "il dolore delle vittime non ci sarebbe mai dovuto esser stato" e che lui e il suo partito si sentono "sinceramente dispiaciuti" di quanto avvenuto in passato. Si tratta del primo gesto di questo tipo nei confronti delle vittime da parte del massimo esponente dell'indipendentismo basco radicale.
   
   Le sue parole sono state accolte come un segnale importante da parte di esponenti della sinistra spagnola e da diversi familiari di vittime del gruppo terroristico. Altre persone colpite direttamente dalla violenza dell'Eta e i partiti della destra, invece, ridimensionano il valore simbolico delle affermazioni di Otegi e le considerano insufficienti.  

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