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Sottomarini, Le Drian: 'Tempo e azioni concrete per risolvere crisi'

Concluso il bilaterale tra i ministri degli Esteri di Usa e Francia all'Onu

Diplomazia al lavoro per cercare di sbloccare la crisi dei sottomarini, ma la tensione tra Parigi e Washington resta alta. Dopo la telefonata fra Joe Biden ed Emmanuel Macron, i ministri degli Esteri di Stati Uniti e Francia si sono incontrati in un primo faccia a faccia a margine dei lavori dell'Assemblea dell'Onu, senza tuttavia riuscire a sanare la ferita tra le due sponde dell'Atlantico.
    Il colloquio fra i due presidenti ha infatti stemperato la tensione senza però farla sparire. E il capo della diplomazia francese Jean-Yves Le Drian lo ha detto senza giri di parole al segretario di Stato americano Antony Blinken: la telefonata è stata un "passo in avanti", ma l'uscita dalla crisi richiederà "tempo" e "azioni concrete". In sostanza, l'obiettivo di "restaurare la fiducia" duramente scossa dall'accordo con Gran Bretagna e Australia - che ha di fatto escluso la Francia dall'area indo-pacifica e fatto perdere a Parigi il "contratto del secolo"' per la fornitura di sottomarini a Canberra - è ancora lontano.
    E a dimostrazione di quanto le relazioni siano ancora tese, il fatto che al comunicato del Quai d'Orsay con le parole di Le Drian a Blinken ha fatto seguito un semplice tweet del segretario di Stato Usa: "Abbiamo parlato delle nostre relazioni bilaterali, degli sforzi in corso in Afghanistan e degli obiettivi condivisi in Sahel", ha scritto il numero uno della diplomazia americana senza nemmeno citare l'attuale crisi, detta dei sottomarini, ma che è soprattutto una crisi politica che investe anche l'Unione europea. I due, fa sapere ancora Parigi, hanno comunque "evocato le modalità e i principali temi" delle "consultazioni approfondite" annunciate da Macron e Biden e di mantenere a questo scopo "un contatto stretto".
    Ma se di fronte all'ira di Macron, alla prova delle urne tra poco più di sei mesi, Biden ha offerto pubblicamente un timido mezzo mea culpa, dietro le quinte non avrebbe nascosto il fastidio per la reazione francese con il premier britannico Boris Johnson. Durante il loro incontro bilaterale alla Casa Bianca i due leader, oltre a escludere il minimo ripensamento sull'operazione Aukus, si sarebbero detti - riporta il Daily Telegraph - "sbalorditi" per i toni di Macron e dei suoi uomini. Un segnale d'irritazione che, a dispetto dei tentativi di ricucitura avviati da Washington e che includono anche la presenza di John Kerry a un vertice sulla finanza verde organizzato da Macron il 4 ottobre, potrebbe pesare nelle relazioni future in seno alla Nato.
    L'accordo di Washington con Gran Bretagna e Australia è una ferita che brucia per la Francia, e Macron lo ha fatto sapere a chiare lettere consentendo nei primi giorni a Le Drian di ricorrere a un linguaggio che di diplomatico ha avuto ben poco. Le azioni americane sono state definite "spregevoli", "bugie" e "falsità" dal ministro degli Esteri francese, che si è spinto fino a dire che il "metodo Biden somiglia al metodo Trump, ma senza i tweet". Critiche dure contro il presidente americano che, fin dalla sua campagna elettorale, si è presentato agli americani e al mondo come l'anti-Trump per eccellenza.
    Ma il 'veterano' Biden ha la memoria lunga e ricorda bene le tensioni con Parigi sull'Iraq nel 2003 e la sua irritazione per la contrarietà francese alla guerra. L'Ue intanto, sin da subito solidale con la Francia e per lo più "delusa" dall'atteggiamento americano, guarda all'evolversi della situazione dicendosi "contenta di vedere sviluppi positivi nelle relazioni tra Ue e Usa", ha detto il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, dopo il confronto fra Biden e Macron e il loro atteso faccia a faccia in ottobre in Europa. Bruxelles comunque non ha ancora sciolto le riserve sul consiglio Ue-Usa su commercio e tecnologia, in calendario il 29 settembre ma non ancora confermato dagli europei. (ANSA).

   

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