Doppio colpo, molto grave, negli ultimi giorni alla lotta di Gaza contro il Covid. Nei bombardamenti israeliani sul rione Rimal di Gaza è stato gravemente lesionato il laboratorio centrale del ministero della Sanità che - oltre a prestare servizio a 100.000 abitanti della zona circostante - raccoglieva tutte le analisi relative ai test Covid e forniva agli ospedali aggiornamenti costanti sulle tendenze dei contagi nella varie zone della Striscia. A breve distanza, in un altro bombardamento, è anche rimasto ucciso assieme alla moglie e a due figli il dottor Ayman Abu al-Aouf, capo del dipartimento di medicina interna dell'ospedale Shifa. Era in prima fila nella lotta al coronavirus e coordinava le attività contro la diffusione della pandemia.
In passato nel laboratorio di Rimal si facevano fino a 1.600 tamponi al giorno. Già ridotti durante il Ramadan (per limitazioni agli spostamenti), con l'inizio dei combattimenti il loro numero è calato drasticamente, per i rischi di avventurarsi per strada. Il giorno prima che il laboratorio fosse colpito - precisa il ministero della Sanità - erano stati compiuti appena 174 tamponi. Di essi 72 erano risultati positivi. A Gaza, secondo gli ultimi dati ufficiali, ci sono al momento 4.200 malati, 710 dei quali ricoverati e 80 in condizioni gravi. I decessi sono stati finora 986. Allarmante anche la situazione delle vaccinazioni. Nella Striscia sono giunte appena 110 mila dosi. Finora i vaccinati sono solo 38 mila, su oltre due milioni di abitanti.
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