Ancora scontri e disordini nella notte appena trascorsa tra giovani manifestanti ed esecito dispiegato nelle strade di varie città della Tunisia. Per la terza notte consecutiva sono state registrate a Cité Ettadhamen, Mnihla e al Intilaka, sobborghi popolari della capitale, ma anche a Sbeitla, Nabeul, Beja, Kasserine, Jelma, Menzel Bouzalfa, Sousse, Gafsa, Biserta, Sidi Bouzid, Korba, Tebourba, le stesse scene di violenza, saccheggi, incendi di pneumatici, sassaiole e attacchi alle forze dell'ordine.
Le forze dell'ordine hanno fatto largo uso di lacrimogeni e le autorità hanmno deciso di dispiegare l'esercito in diversi governatorati del Paese "al fine di proteggere le istituzioni e prevenire qualsiasi atto di caos", come ha spiegato il portavoce del ministero della Difesa, Mohamed Zekri. Durante la notte lo stesso presidente della Repubblica, Kaies Saied, ha supervisionato le operazioni di controllo di ordine pubblico alla centrale del ministero dell'Interno della capitale. Protagonisti dei disordini di queste notti convulse, giovani e giovanissimi, in gran parte minori, definiti "saccheggiatori" dalle autorità, arrestati a centinaia (600 in base all'ultimo bilancio) ma che in qualche post sui social definiscono queste azioni come una rivoluzione degli "affamati" dal Covid e urlano slogan contro i governanti.
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