A 15 giorni dalle elezioni, nel
campo di Joe Biden è già iniziata la corsa per diventare
segretario di Stato. Alcuni dei potenziali candidati hanno
cominciato le loro manovre, secondo Politico, che ha compilato
una rosa contattando alcuni osservatori di politica estera.
Nell'elenco figurano nomi già noti, legati
all'amministrazione Obama, come Susan Rice, ex consigliera per
la sicurezza nazionale ed ex ambasciatrice Usa all'Onu; Samantha
Power, anche lei già rappresentante americana alle Nazioni
Unite; William Burns, ex vicesegretario di Stato; Tony Blinken,
ex numero due del consiglio di sicurezza nazionale e del
dipartimento di Stato; Tom Donilon, un ex consigliere della
sicurezza nazionale; Wendy Sherman, architetto chiave
dell'accordo sul nucleare iraniano che ha servito come
sottosegretario di Stato per gli affari politici.
Qualcuno non esclude il senatore repubblicano ed ex candidato
presidenziale Mitt Romney, fortemente critico verso Donald
Trump, anche se non rifiutò un colloquio con lui per diventarne
il suo ministro degli Esteri. Tra i papabili anche alcuni
senatori dem del cerchio magico dell'ex vicepresidente, come
Chris Coons e Chris Murphy, quest'ultimo molto vicino all'ala
progressista. Infine Nicholas Burns, sottosegretario di stato
per gli affari politici negli anni di George W. Bush.
Gli analisti sembrano concordare su un punto: se vincerà,
Biden non sceglierà un outsider ma una persona esperta che non
abbia bisogno di 'imparare' in questo momento di crisi e che
possa superare facilmente l'esame del Senato. Da questo punto di
vista, se il Senato rimanesse nelle mani dei repubblicani, Susan
Rice sarebbe il candidato che incontrerebbe maggiori difficoltà,
essendo stato in passato uno dei bersagli del Gran Old Party.
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