Si chiama #EnaZeda, è la traduzione letterale di 'Anch'io', versione tunisina del fenomeno mondiale #Metoo, diventata subito top trend su Twitter e ha tra i suoi sostenitori la blogger/attivista tunisina Lina Ben Mhenni.
Tutto nasce qualche giorno fa dalla pubblicazione da parte di una giovane ragazza delle foto di un uomo, fresco deputato per il partito Qalb Tounes a Nabeul, Zouhair Makhlouf, in atteggiamenti inequivocabili all'interno di una macchina fuori da un liceo. Foto scattate dalla ragazza, che si è dichiarata vittima di molestie sessuali. Fatti che l'interessato ha tentato prima di smentire in maniera goffa su Facebook, per poi essere costretto dalle proteste sui social a cancellare il suo profilo.
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Il tutto è sfociato in una convocazione in procura per molestie sessuali e attentato al pubblico pudore e l'avvio di un'indagine interna da parte del partito del magnate Karoui (tra l'altro l'uomo viene immortalato dalla presunta vittima con la maglietta del partito).
Il coraggio della ragazza di pubblicare queste foto ha dato il via ad un mare di testimonianze di donne che stanno inondando la rete tunisina. "Non penso ci sia una sola donna in Tunisia che non abbia subito una molestia sessuale, ci siamo passate tutte", ha scritto Lina Ben Mhenni.
Il caso rilancia la tematica, un po' passata in sordina durante l'ultima campagna elettorale per le elezioni legislative e presidenziali, della condizione della donna in Tunisia.
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