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>ANSA-PROFILO/ Benny Gantz, il soldato che vuole scalzare Bibi

L'ex capo dell'esercito punta a ridare 'democrazia' a Israele

(di Massimo Lomonaco) (ANSAmed) - TEL AVIV, 17 SET - 'Israele prima di tutto': questo lo slogan programma che l'ex capo di stato maggiore dell'esercito Benny Gantz ha scelto, fin dalle passate elezioni di aprile, per dare l'assalto alla fortezza Netanyahu con la missione esplicita di battere il premier più longevo della storia israeliana. Un mantra che ha ripetuto in questa seconda campagna elettorale a detta di tutti con molta più efficacia rispetto al passato, abbandonando la scarsa loquacità che lo ha sempre contraddistinto. E che stanotte i primi dati sul voto sembrano premiare.
    Nato nel giugno del 1959, ex attaché militare negli Usa, Gantz ha ricoperto la più alta carica dell'esercito israeliano dal 14 febbraio 2011 al 16 febbraio 2015 con in mezzo due guerre con Hamas a Gaza. E da quando ha lasciato la carica non sono stati pochi a tirarlo per la giacchetta nel tentativo di convincerlo a candidarsi. Dapprima ha resistito, infine ha scelto: nel dicembre del 2018 è sceso in campo. E per il suo partito - che nel tempo si è riempito di ex generali - ha scelto come nome 'Resilienza per Israele'. Richiamo ad un'etica staccata dalla stretta pratica della politica ma diretta ad una rinascita dei valori fondanti di Israele. Da allora - in coppia con Yair Lapid, il telegenico giornalista leader del partito centrista 'C'è futuro' - ha guidato la formazione in grado di battere Netanyahu, la speranza di tutti quelli che non si sono rassegnati al dominio incontrastato della destra del Likud. Non solo per il fascino della divisa che ha sempre attratto gli israeliani, pronti più a fidarsi della serietà dell'esercito che delle promesse dei politici, ma anche per un tratto umano e politico lontano anni luce da quello di Netanyahu e della sua ingombrante famiglia. Capigliatura argentata e voce pacata, è stato "l'altro" rispetto al premier. Già ad aprile scorso ha sfiorato l'impresa raggiungendo gli stessi seggi, 35, di Netanyahu ma finendo sfavorito da una coalizione di centrosinistra meno dotata di voti rispetto a quella di destra. Situazione che portò il presidente Reuven Rivlin a ridare l'incarico al premier. Ma Gantz non ha gettato la spugna: in caso di governo di Netanyahu promise un'opposizione senza sconti. Perdere una battaglia, non significava aver perso la guerra, disse. La possibilità si è ripresentata subito e a dargliela è stato un uomo molto lontano da lui, Avigdor Lieberman, il falco di destra ma laico che ha detto di no a Netanyahu portando il paese a nuove elezioni. "Sotto il mio governo, Blu-Bianco - ha promesso ieri nell'appello elettorale finale - cambierà la direzione di Israele verso una maggiore democrazia. Stop alle divisioni che mirano a separare per governare".(ANSAmed).
   

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